Valle d'Aosta

Scuola, in Vda bocciati il doppio dei liceali

"Dato in apparente contraddizione con gli esiti Invalsi"

Redazione Ansa

(ANSA) - AOSTA, 19 OTT - Le scuole della Valle d'Aosta sono quelle in cui si boccia di più. Per il 2021/2022 nei licei, rispetto alla media nazionale del 3,4% la percentuale di non ammessi è del 7,8%, negli istituti tecnici del 13,3% (Italia 8,9%) e negli istituti professionali dell'8,5% (media nazionale 10,3%) . Nel complesso, se in Italia si bocciano il 6,2% degli alunni della scuola secondaria, in Valle d'Aosta la percentuale cresce al 9,7%. Nelle scuole medie il tasso di bocciatura è del 2,6% (nel 2020/2021 era del 3,6).
    Un dato che sembra andare in contraddizione con gli esiti delle prove Invalsi, dove per le classi quinte superiori "i dati valdostani nel loro complesso, ma anche quelli dei diversi percorsi di studio, sono nettamente migliori di quelli macroregionali e nazionali", si legge nel memento statistico presentato questa mattina.
    "I voti complessivi di uscita sono decisamente inferiori rispetto al resto di Italia e del Nord Ovest - dice l'assessore al Sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz - e questo cozza con i risultati oggettivi e alti degli invalsi". Il tema "va posto anche a livello nazionale perché alla valutazione uniforme degli Invalsi non corrispondono i risultati finali", conclude Guichardaz.
    Le bocciature influiscono sulla dispersione scolastica, la cui percentuale al 2022 è del 13,3%, con un picco del 17,9% fra i maschi e una media dell'8,5% per le femmine. "Il dato valdostano e quello della Provincia autonoma di Bolzano sono, tra le realtà considerate, i più elevati", è scritto nel memento. "Gli elementi che portano alla dispersione esplicita sono anche i tassi di bocciatura. Influiscono anche dal punto di vista dell'autostima dello studente e incidono sulla scelta di continuare in modo regolare il percorso di studi", spiega la sovrintendente agli Studi Marina Fey, che precisa: "Una cosa su cui dobbiamo continuare a lavorare è la formazione dei docenti, utile per evitare il fenomeno della dispersione. È un fenomeno complesso e multidimensionale, che ha cause che possono essere dettate sia dal contesto economico e sociale delle famiglie, ma che va anche inteso come istituzione scolastica, dove il rapporto fra docenti e studenti è fondamentale". (ANSA).
   

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