"Io non sono un tecnico però penso che 'serva' il buon senso, al netto di qualche speculazione che poi magari ci può anche essere da parte di 'alcuni giornalisti' o di scienziati anche di chiara fama, che approfittano di questo evento per enfatizzarlo anche fuori dai consueti canoni". Lo ha detto il presidente della Regione Valle d'Aosta, Renzo Testolin, riguardo al dibattito nato dopo le foto di ruspe in azione sul ghiacciaio del Teodulo, in territorio svizzero, per preparare la pista della Coppa del mondo di sci alpino a Zermatt-Cervinia, che ha visto l'annullamento per maltempo delle due gare maschili.
"Perché l'utilizzo - ha aggiunto - all'interno di questo contesto di apparecchiature meccaniche non è di oggi ma è sempre stato molto circoscritto rispetto alle attività che devono essere svolte per mettere in sicurezza un comprensorio sciistico". Secondo Testolin "ci sono degli elementi che contrastano con una visione catastrofista che qualche volta io penso venga imputata ingiustamente a questo tipo di intervento", come il "33 per cento" di territorio della Valle d'Aosta identificato come "area protetta" e il primato della regione alpina "in Italia, se non in Europa" di "minor utilizzo di suolo".
"Poi, al netto di tutto questo, credo che l'attenzione - ha concluso Testolin - non debba mai calare, deve sempre esserci sempre un equilibrio tra quello che si va fare e i risultati. Ma gli interventi anche di antropizzazione del nostro territorio sono sempre finalizzati a favore, non contro la nostra comunità, e alla salvaguardia di una risorsa naturale dalla quale non possiamo prescindere".
“E’ emerso da una verifica che le autorizzazioni ambientali per gli interventi che sono stati fatti sono assolutamente documentabili e fanno parte di quell’attenzione che anche la società che ha gestito con attenzione il percorso di interventi sul territorio è in grado di esibire”: lavori che “con dovizia di particolare ha svolto nel rispetto delle regole, laddove le regole ci sono”. Così il presidente della Regione, Renzo Testolin, riguardo al dibattito nato dopo le foto di ruspe in azione sul ghiacciaio del Teodulo, in territorio svizzero, per preparare la pista della Coppa del mondo di sci alpino a Zermatt-Cervinia. Sui lavori ha aperto un’inchiesta anche la procura di Aosta, competente per la parte italiana del tracciato. Secondo Testolin “ci sono delle opportunità che per quanto ci concerne non possono essere trascurate”. A partire dalla Coppa del mondo, anche se è “ancora più interessante la possibilità di rendere fruibile questo comprensorio a un utilizzo per lo sciatore della domenica e anche della settimana. Quindi ampliare le fasce di utilizzo di un comprensorio che per le sue caratteristiche già si presta ad accogliere cambiamenti climatici di un certo tipo”. Il presidente della Regione ha tracciato due parallelismi. Il primo è con “le nuove vigne che modellano e abbelliscono il nostro territorio”. Ma per passare da un “bosco di invasione a un bel paesaggio vuol dire che intervengono delle macchine per fare del movimento terra e dei muri. E se noi al posto della vite in fiore mettiamo quattro ruspe vicino al castello di Aymavilles, chiaramente se vogliamo fare della speculazione mediatica riusciamo a farla tranquillamente, dicendo che c’è un’invasione meccanica”. Il secondo riguarda lo sfruttamento del legno dei boschi: oggi viene attuato con macchine “consone alla redditività di un’impresa boschiva”. Strumenti che “subito sembra facciano delle devastazioni”, ma a distanza di “sei mesi, un anno, ci si accorge che quell’intervento è stato assolutamente opportuno e nella consapevolezza che il bosco dovrà durare migliaia di anni dopo il nostro passaggio”.
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