"Non condivido le esagerazioni con le quali si attacca il settore degli impianti a fune che, con il solo 0,4 % di superficie regionale occupata in larga parte a quote superiori ai 2.000 metri di altitudine, produce più di 100 milioni di fatturato e crea lavoro e indotto per migliaia di persone.
"Ho ascoltato con attenzione le parole di Hervé Barmasse - prosegue - e abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola. A differenza di altri, lui esprime la sua opinione ma apre al confronto senza lanciare accuse e minacciare denunce, su temi sicuramente divisivi come quello del Vallone delle Cime Bianche o sul futuro dello sci e in particolare dello sci in quota".
Secondo Bertschy, "prima di depotenziare e smantellare un settore così importante per dare occupazione e lavoro in montagna si deve aprire un concreto confronto per dare un futuro ai tanti luoghi della nostra regione sempre meno abitati e a forte rischio abbandono, con l'obiettivo di ritornare ad abitare tutto il territorio: oggi infatti più di 92 mila valdostani abitano nella vallata centrale e, anche in relazione all'invecchiamento della popolazione, in prospettiva corriamo un rischio concreto di desertificazione del territorio della media e alta montagna".
"Spero dunque di vedere, nei prossimi anni, la stessa determinazione e la stessa energia delle persone che oggi ritengono fondamentale contrastare alcuni progetti - conclude - nel mettere in campo idee e progetti utili a creare crescita e sviluppo per quelle località e quel valloni, altrettanto belli e selvaggi, presenti in Valle d'Aosta".
Bertschy, "impianti a fune sono patrimonio da far crescere"
"Apriamo un concreto confronto sul futuro della montagna "