"La Dichiarazione di Chivasso vide la luce nella clandestinità, scritta in un contesto drammatico segnato da vent'anni di governo fascista, con un testo incisivo che, nella sua brevità e chiarezza espositiva, indicava una strada da percorrere per uscire dall'oppressione politica, dalla rovina economica, dalla distruzione della cultura locale causata da uno Stato livellatore e accentratore: il federalismo e l'Europa. Un documento rivoluzionario quindi, frutto delle riflessioni di uomini legati alla Resistenza che, nella loro diversità, con coraggio e lungimiranza, hanno fornito una prospettiva comune, un quadro di riferimento condiviso, individuando nel federalismo, nell'autonomia e nell'Europa la forma politico-istituzionale che meglio sapesse coniugare la salvaguardia dei diritti fondamentali con lo sviluppo socio-economico delle comunità alpine, a rischio marginalizzazione".
"La Dichiarazione di Chivasso - conclude Bertin- è ancora oggi estremamente attuale e fornisce spunti per una riattualizzazione delle ragioni stesse della nostra autonomia, a partire dallo sviluppo sostenibile. Organizzare una società in modo da consentirle di esistere a lungo termine, facilitando lo sviluppo dell'economia montana nel pieno rispetto del suo patrimonio naturale e culturale, equivale a intravedere le fondamenta di un concetto all'epoca sconosciuto e oggi di crescente centralità, quello di uno sviluppo autenticamente sostenibile che guardi alle generazioni future. Un concetto che le sfide e i cambiamenti attuali ci impongono ormai di fare nostro, obbligandoci a ragionare nella prospettiva della durata".
Dichiarazione di Chivasso, Bertin "documento rivoluzionario"
"E' ancora oggi estremamente attuale"