(ANSA) - AOSTA, 19 GEN - La decisione di proporre candidatura come presidente della Corte d'appello di Trento è arrivata perché "alla fine ho avuto la sensazione che per un motivo o per l'altro mi ritrovassi a passare il mio tempo a cercare di tappare le falle ed evitare che il tribunale di Aosta affondasse completamente. Quindi a un certo punto mi è venuto spontaneo chiedermi: ma devo per forza rimanere ad Aosta, non posso provare a vedere se riesco a lavorare un po' meglio in un'altra realtà? Ho cercato qualche posto che mi interessasse e, visto che mi è stato dato, ci vado più che volentieri". Così il presidente del tribunale di Aosta, Eugenio Gramola, rispondendo ai giornalisti due giorni dopo la sua nomina da parte del Csm al vertice della Corte d'appello di Trento.
"Troverò - ha aggiunto - certamente problemi anche lì, non esiste in Italia ma forse nemmeno nel mondo, un ufficio giudiziario privo di problemi" però "magari anche il fatto di avere il personale amministrativo che viene fornito dalla Regione per legge, non di fatto, significa avere magari dei contatti più semplici, più immediati, anche se devo dire che attualmente presso il ministero riesco ad avere un ottimo dialogo. Cercherò di usare questo periodo per continuare a sfruttarlo a favore del tribunale di Aosta, cercando di lasciare la situazione meno peggiore possibile".
Nella pianta organica del tribunale di Aosta infatti sono previsti "34 amministrativi e 11 ufficiali giudiziari" ma, spiega Gramola, "a seguito di tutti i trasferimenti ce ne saranno la metà. Inoltre prima avevamo più regionali, allo stato ne rimane uno".
“Riguardo al personale amministrativo - ha detto Gramola - oggi siamo in una situazione migliore rispetto a sei anni fa” quando il giudice si insediò alla presidenza del tribunale di Aosta “ma al 31 marzo saremo in una situazione peggiore, sempre che non si riesca nel frattempo a trovare delle soluzioni”.
Nell'arco di un mese, oltre a Gramola lascerà anche il giudice Paolo De Paola, che diventerà magistrato tributario professionale. Arriverà la giudice ligure Giulia De Luca, a prendere il posto di Anna Bonfilio, che aveva ottenuto il trasferimento oltre un anno fa. “Nel giro di un mese mancheranno due magistrati su otto, una situazione così è sostenibile per qualche mese", spiega Gramola.
Riguardo alle sue sentenze “io cercavo semplicemente di non applicare, come a volte si faceva, il minimo della pena o quasi il minimo per tutti, le attenuanti generiche come diritto dell’imputato. Io non lo facevo e per certi versi ero un po’ precursore, perché adesso molti giudici non concedono le attenuanti generiche in modo automatico. Allora invece se non si concedevano le generiche si veniva considerati come un giudice troppo severo”.
Il caso di cui Gramola va più orgoglioso è “forse il ricorso alla Corte di giustizia dell’Unione europea per il caso Papalia, dove la giurisprudenza di Cassazione era prevalentemente orientata nel senso di ritenere che se a seguito di una successione di contratti a tempo determinato si superava il termine di 36 mesi, ciò che è illegittimo, non seguiva in realtà alcuna sanzione a carico del datore di lavoro, si parlava di datori lavoro pubblici. La mia ordinanza ha trovato ascolto presso la Corte di giustizia, la quale ha a sua volta emesso un’ordinanza interpretativa nella quale si affermava che doveva seguire una sanzione concreta a seguito della illegittima reiterazione di contratti di lavoro a tempo determinato. Anche perché dire semplicemente, come faceva la Cassazione, ‘sì sono illegittimi, ma senza conseguenze’, vuol dire ‘continua pure a farlo’. Da allora la Corte di Cassazione modificò completamente la sua giurisprudenza e si adeguò al disposto della Corte di giustizia dell’Ue. E questo ha avuto una sua influenza anche su un settore anche socialmente importante, per cui sono contento del risultato ottenuto”.