Valle d'Aosta

Caveri, 'uno studio per le linee guida sull'intelligenza artificiale'

"Lo strumento incide già in maniera profonda"

Redazione Ansa

(ANSA) - AOSTA, 23 GEN - "E' stato appena approvato un regolamento europeo - proprio per gestire l'intelligenza artificiale - che deve divenire per tutti un caposaldo onde evitare derive pericolose. Su questa nuova realtà sarà bene ragionare anche in Valle d'Aosta e per questo avvieremo uno studio apposito per ottenere delle linee direttrici. Le regole, infatti, in un contesto così delicato e in continua evoluzione, sono recinti di sicurezza da non sottostimare". Così l'assessore all'Innovazione, Luciano Caveri, dopo aver partecipato ieri a Milano, nel palazzo di Regione Lombardia, ai lavori della Commissione interregionale della Conferenza Stato-Regioni in materia di innovazione tecnologica e digitalizzazione, al fine di discutere i trend di trasformazione delle pubbliche amministrazioni e promuovere le priorità delle Regioni in ambito digitale.
    "Il termine 'Nuove tecnologie" - sottolinea Caveri - ormai è desueto e dunque è meglio la definizione in progress di rivoluzione digitale. Una rivoluzione che sembra non finire mai.
    L'intelligenza artificiale (Ia) generativa incide ormai in maniera profonda e siamo in piena espansione tanto che si parla già degli effetti che può procurare come minori costi, maggior produttività e un crescente approccio amichevole a vantaggio degli utenti e, nel caso del settore pubblico, dei dipendenti e dei cittadini con servizi vari e crescenti nelle loro applicazioni. Temi importanti come il risparmio energetico, la tutela della biodiversità, la gestione dei rifiuti, la reazione di nuovi farmaci, la diagnosi più efficace delle malattie sono solo alcuni che saranno trattati con l'Ia, mentre altri argomenti rilevanti come la privacy e la cybersicurezza essere presi in esame e regolamentati in qualche modo." "In questo scenario - ha concluso l'assessore - la formazione è centrale per capire il funzionamento dei meccanismi ed evitare il rischio del 'fai da te'". (ANSA).
   

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