Migliaia di file audio, registrati da semplici cittadini in 18 dialetti e lingue minoritarie, per creare la più grande banca dati digitale dedicata allo studio, alla documentazione e alla ricerca sui dialetti e le lingue minoritarie parlate nelle regioni del Nord Italia. E' quanto si propone il progetto "AlpiLinK - Lingue Alpine in contatto", curato dalle Università di Verona, Trento, Bolzano, Torino e Valle d'Aosta e finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca come "progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale".
Ventisei i ricercatori coinvolti, coordinati da Stefan Rabanus, professore di Linguistica tedesca dell'Università di Verona. Duplice l'obiettivo: dare un contributo significativo alla conoscenza dei dialetti e sperimentare un nuovo modello partecipativo di ricerca, che fa leva sul coinvolgimento dal basso, in modalità 'crowdsourcing', dei cittadini, delle scuole (finora hanno aderito 23 istituti) e degli enti locali. "Tutte le persone che parlano un dialetto - è spiegato in una nota - possono infatti contribuire direttamente alla ricerca attraverso il sito di AlpiLinK compilando in pochi minuti l'audio-sondaggio dedicato in cui viene proposto all'utente di utilizzare il proprio dialetto o la propria lingua per descrivere cosa accade in una scena o per tradurre le frasi o parole indicate".
Le varietà linguistiche interessate dal progetto, che si concluderà nel 2025, sono friulano, veneto, trentino, ladino, lombardo, piemontese, francoprovenzale, occitano, walser, cimbro, mòcheno, sappadino, saurano, timavese, tirolese, resiano, tedesco e sloveno della Val Canale. Finora sono state raccolte 201.000 registrazioni audio grazie al contributo di 1.731 persone "per un suggestivo collage di suoni e di voci di ogni età ed estrazione sociale".
Nasce la prima banca dati dei dialetti del nord Italia
Cittadini invitati a registrare audio da archiviare