(di Gioia Giudici)
Ha affrontato nel 2005 il suo primo 8000 metri senza ossigeno, ma quando ha deciso di guidare il gatto delle nevi è dovuta andare a farlo in Argentina, perché in Italia nessuno si fidava di una donna. "Chissà, magari da adesso le cose cambieranno" si augura Cristina Piolini, una delle otto alpiniste, quattro italiane e quattro pakistane, che insieme a una dottoressa saranno protagoniste della prima spedizione femminile italiana e pakistana sul K2, un progetto di Club alpino italiano, patrocinato dai ministeri del Turismo e degli Esteri, per celebrare il 70esimo anniversario della spedizione del 1954, guidata da Ardito Desio, che prima al mondo raggiunse la vetta del gigante del Karakorum.
E non solo: EvK2Cnr, l'associazione che si occupa di ricerca scientifica e tecnologica in alta e altissima quota presieduta da Agostino Da Polenza, che seguirà la missione come coach, studierà gli effetti delle altezze estreme sul corpo delle donne. Il progetto partirà con delle giornate di training sul Monte Bianco e all'Eurac Research di Bolzano, centro di ricerca d'eccellenza della medicina di montagna, dove le atlete si sottoporranno a delle prove medico-scientifiche per valutare l'impatto che il loro organismo subirà durante l'ascensione. La partenza per il Pakistan sarà il 15 giugno, con arrivo il 29 giugno al campo base dove cominceranno le attività alpinistiche e l'acclimatamento, per poi tentare la vetta nella seconda metà di luglio. L'idea è arrivare in vetta prima dell'inizio delle Olimpiadi, per poter piantare in cima non solo il tricolore ma anche i cinque cerchi. Il progetto K2-70 sarà anche protagonista di un documentario in collaborazione con Rai, "Sulle orme del K2", che Rai Due proporrà in prima serata. Sul fronte della ricerca, la spedizione contribuirà al progetto internazionale Ice Memory, organizzato dall'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle Ricerche e dall'Università Ca' Foscari Venezia, assieme a EvK2Cnr, con il contributo del CAI e il patrocinio del Ministero dell'Università e della Ricerca. Sul fronte della cooperazione Italia-Pakistan, contribuirà invece al progetto del Cristina Castagna Center, una struttura realizzata da Montagna e Solidarietà Aps e con il contributo del Club Alpino Italiano, per avvicinare la popolazione locale, a partire da quella femminile, alle attività professionali legate all'alpinismo.
E' molto più che un'esperta Samina Baig, la prima donna pakistana a scalare l'Everest, sul K2 nel 2020, le Seven Summits completate a 24 anni. Sarà lei a ispirare le più giovani colleghe, a partire dalla 19enne Amina Bano, che ha faticato non poco a convincere la famiglia a lasciarla entrare nel Dream Team K2-70. "In Italia con gli anni siamo riuscite a farci conoscere come alpiniste, loro - chiosa Cristina Piolini - hanno più difficoltà dal punto di vista culturale, ma tutte scontiamo il pregiudizio maschile". Un eredità del patriarcato che le 8 alpiniste andranno a sfatare sulla cima del K2, dimostrando che "il motore fisico delle donne è minore, ma la testa - conclude Piolini, che nel 2005 ha conquistato il suo primo 8000, lo Shisha Pangma, senza sherpa e senza ossigeno, scendendo con gli sci - è maggiore".