Il ministero dell'Università e della ricerca ha assegnato 90 posti ai residenti in Valle d'Aosta per il nono ciclo dei percorsi di formazione volti al conseguimento della specializzazione per il sostegno didattico degli alunni con disabilità: 20 per la scuola primaria e 35 sia per la secondaria di primo grado sia per la secondaria di secondo grado.
Le iscrizioni andranno fatte all'Università di Torino e l'Università della Valle d'Aosta, grazie a un accordo, erogherà "come servizio al territorio" nelle proprie sedi aostane i corsi per ottenere i 36 crediti formativi di insegnamenti disciplinari.
Le attività di tirocinio diretto, per altri sei crediti, potranno essere svolte presso le istituzioni scolastiche regionali mentre l'erogazione in Valle d'Aosta dei nove crediti di laboratorio "dipenderà dal numero di iscritti". I tutor saranno piemontesi e il tutoraggio potrà essere svolto online.
Il bando di ammissione verrà a breve pubblicato sul sito dell'Università di Torino (www.unito.it, sezione didattica - formazione insegnanti). Le prove di accesso si compongono di un test preselettivo, che si svolgerà unicamente in caso di numero di candidati superiore al doppio dei posti disponibili, una prova scritta e una prova orale (in calendario tra il 7 e il 10 maggio).
“Il ministero dell’Università e della ricerca ha fatto aumentare esattamente delle quote che avevamo chiesto il numero a carico della Regione Piemonte”, ha spiegato l’assessore al Sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz. La necessità - ha sottolineato - era emersa dopo che all’ultimo concorso per insegnanti di sostegno dedicato alla Valle d’Aosta si erano presentati tre candidati a fronte di 25 posti per la scuola secondaria di primo grado e tre e su 33 per quella di secondo grado. “Il valore aggiunto è l’essere riusciti a fare questa convenzione con l’Università di Torino con tutti i numeri richiesti, dando la possibilità ai nostri futuri docenti di continuare a lavorare in Valle”, ha spiegato Marina Fey, sovrintendente agli Studi. La questione dell'accesso ai Tirocini formativi attivi (Tfa) era stata posta anche dai sindacati.