Valle d'Aosta

Pro Vita, 'un caso montato per screditare chi è a favore della maternità'

'Cattiva prassi medica è l'aborto, l'ascolto del battito è un diritto della donna'

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 29 APR - "La denuncia rilanciata dai media nazionali sulla donna intenzionata ad abortire in un ospedale di Aosta costretta ad ascoltare il battito del feto da presunti volontari pro-vita si sta rivelando una clamorosa montatura costruita ad arte dalle associazioni abortiste per screditare l'operato delle associazioni di sostegno alla maternità, che aiutano migliaia di donne a trovare alternative all'aborto come previsto dalla stessa Legge 194". Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus.
    "La Ausl di Aosta ha già dichiarato che 'non risultano volontari di associazioni pro-vita nei consultori o in ospedale e nessuna segnalazione in tal senso è arrivata'. Perché queste menzogne, intimidazioni e odio nei confronti dei volontari pro life? Permettere a una donna di ascoltare il battito cardiaco del figlio che porta in grembo, in ogni caso, non è affatto una 'cattiva prassi medica' come sostenuto dal Ministro Roccella a margine della kermesse politica di Fratelli d'Italia a Pescara, ma una procedura clinica abituale per verificare lo stato della gravidanza, nel rispetto della deontologia medica e per la formazione del 'consenso informato', persino in vista dell'aborto che si intendesse eventualmente praticare".
    Secondo Brandi "l'unica cattiva e anzi spietata prassi medica è l'aborto, che sopprime un essere umano inerme e innocente.
    Ogni donna intenzionata ad abortire dovrebbe avere il diritto di essere prima pienamente informata sulla vita che sta accogliendo, anche ascoltando il battito cardiaco del figlio, come chiesto da più di centomila firmatari della proposta di legge popolare 'Un Cuore che Batte' di cui Pro Vita & Famiglia è co-promotrice". (ANSA).
   

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