"Questo ulteriore femminicidio non sia vano". Così in una lettera ai media Ludwig Laisne, padre di Auriane, la ventiduenne di Lione trovata morta il 5 aprile scorso in una chiesetta diroccata a La Salle (Aosta). Il compagno, Sohaib Teima, di 21 anni, di Fermo, è "gravemente indiziato" del delitto. "Perché - scrive Ludwig - il suo aguzzino ha potuto avvicinarsi a lei nonostante il divieto di avvicinamento? Perché non ha dovuto indossare il braccialetto elettronico? Perché quando a febbraio era stata chiesta una detenzione provvisoria, il procuratore di Lione non l'ha disposta subito, lasciando così verificarsi il dramma?".
“Auspico - prosegue il padre della vittima - che tutti questi interrogativi possano ottenere delle risposte, ma ancor più che siano fonte di cambiamenti in seno al sistema giudiziario e di polizia, che, come l'istruzione nazionale, non hanno i mezzi per svolgere il proprio lavoro in modo adeguato. Mi auguro che al più alto livello della Repubblica non ci limitiamo a parole, ma che passiamo ad azioni che portino a cambiamenti reali”.
“Sono obbligato - aggiunge Ludwig Laisne - a essere qui, nonostante tutte le sofferenze, per far passare un messaggio di pace e di rispetto per gli altri. L'educazione nazionale deve essere sostenuta meglio affinché alcune famiglie non costruiscano il futuro dei giovani sulla violenza che può essere inflitta alle donne, considerate purtroppo troppo spesso come inferiori agli uomini, come appartenenti a loro, fino a fare credere ad alcuni di avere il diritto di vita o di morte su di loro". "Più in generale, vorrei - continua la sua dichiarazione - chiedere a tutti voi di rifiutare la violenza a vantaggio della pace, rifiutare l'odio a vantaggio dell'amore dell'altro, rifiutare l'intolleranza a vantaggio del rispetto. Rifiutare l'oscurantismo. Vi chiedo di restare vigili e di non lasciarvi influenzare da certe affermazioni, politiche e mediatiche, che incitano a dividere, ma al contrario, di rifiutare categoricamente queste strategie nauseabonde”.
“Devo stare in piedi davanti a voi, in onore di Auriane, in onore del coraggio che ha avuto”. Così in una lettera ai media Ludwig Laisne, padre di Auriane, la ventiduenne di Lione trovata morta il 5 aprile scorso in una chiesetta diroccata a La Salle (Aosta). Il compagno, Sohaib Teima, di 21 anni, di Fermo, è “gravemente indiziato” del delitto.
Auriane, scrive il padre, ha avuto il “coraggio di aver creduto di poter rendere migliore il suo carnefice nonostante le sue bugie incessanti e la sua volontà di allontanarla da noi, la sua famiglia”, di “aver sopportato le numerose violenze ripetute”, i “sequestri”, di “essere più preoccupata per noi che per sé stessa”, e di “arrivare a registrare le discussioni con il suo aguzzino riguardanti le violenze, sapendo che l’avrebbe picchiata di più per averne osato parlare con lui”.
“Non ho né rabbia né odio verso l’aguzzino, cerco - aggiunge - di trascendere queste energie negative e inutili, in energia d'amore universale, di pace e di rispetto, affinché l'assassinio di Auriane permetta di elevare la nostra cittadinanza e la nostra umanità, a qualunque costo”.
Nella lunga dichiarazione Ludwig Laisne ringrazia “i carabinieri italiani e il procuratore di Aosta, che hanno saputo rendersi umani, efficaci e hanno permesso di identificare mia figlia e arrivare all’arresto dell'aguzzino. Grazie anche alla brigade anticriminalité di Lione”.
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