La procura di Aosta ha chiuso l'inchiesta sui lavori per la pista italo-svizzera che avrebbe dovuto ospitare la Coppa del mondo di sci alpino Zermatt-Cervinia nel 2022 e nel 2023. Il pm Giovanni Roteglia - come appreso dall'ANSA - contesta la realizzazione senza autorizzazione di uno scavo trasversale alla lingua del ghiacciaio lungo 330 metri e largo otto. Indagati Federico Maquignaz, presidente e amministratore delegato della Cervino spa, società che gestisce le piste italiane, il suo predecessore, Herbert Tovagliari, l'operatore della pala meccanica che ha scavato e lo svizzero Franz Julen, presidente del comitato organizzatore.
Secondo gli inquirenti, si tratta di una pista di collegamento, tra quella principale e il ghiacciaio di Plateau Rosà, che non risulta nei progetti autorizzati. La contestazione riguarda in particolare l’articolo 181 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, ovvero ‘Opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa’.
Maquignaz, Tovagliari e l’operatore della pala meccanica sono difesi dall’avvocato Corrado Bellora, Franz Julen - che è anche presidente della società degli impianti di risalita di Zermatt (Zermatt Bergbahnen) - dall’avvocato Federico Fornoni, entrambi del foro di Aosta. Condotti dal Corpo forestale della Valle d’Aosta, gli accertamenti erano scattati su iniziativa della stessa procura, diretta dal pm Luca Ceccanti, dopo le notizie emerse nell’autunno 2023 in merito alle polemiche per i lavori sul versante elvetico del tracciato, dove hanno giurisdizione le autorità svizzere.
La pista ‘Gran Becca’ parte ai 3.720 metri di quota della Gobba di Rollin, oltreconfine, e arriva ai 2.835 metri dei Laghi di Cime Bianche, con un percorso per lo più su ghiacciaio e per due terzi in territorio italiano. Previste per due anni consecutivi, le discese libere maschili e femminili lungo la Gran Becca non si sono mai disputate: nell’autunno 2022 per la mancanza di neve, l’anno successivo - posticipate di un paio di settimane - per la troppa neve e il forte vento. Per il 2024 le gare non sono state inserite nel calendario della federazione internazionale.
In Svizzera la denuncia di alcune associazioni ambientaliste aveva portato nell’autunno 2023 allo stop parziale di alcuni lavori. Il comitato organizzatore aveva rassicurato che avrebbe proceduto "alla dovuta correzione, lasciando inalterato il percorso dal punto di vista sportivo".
“Noi respingiamo ogni addebito, riteniamo di aver operato nel pieno rispetto della legalità”. Così l’avvocato Corrado Bellora, difensore di Federico Maquignaz, presidente e amministratore delegato della Cervino spa, del suo predecessore, Herbert Tovagliari, e dell'operatore della pala meccanica che ha scavato il ghiacciaio, in merito alla chiusura delle indagini sui lavori per la pista italo-svizzera che avrebbe dovuto ospitare la Coppa del mondo di sci alpino Zermatt-Cervinia nel 2022 e nel 2023.
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