"La diga di Place Moulin ha salvato la Valpelline" durante l'evento alluvionale di fine giugno in Valle d'Aosta. Lo ha detto Giuseppe Argirò, amministratore delegato della Compagnia Valdostana delle Acque in una conferenza stampa per fare il punto sui danni subiti dagli impianti a seguito dell'ondata di maltempo.
"C'è stato un evento geologico estremo in alta Valpelline - ha spiegato - a circa 10 chilometri dalla diga, a 3.200 metri di quota, con un distacco della morena che ha creato una voragine lunga 450 metri e profonda 150 metri. Nell'occasione è finita a valle una grande quantità di materiale limaccioso molto fine. In una notte nella diga sono finiti 6 milioni di metri cubi di acqua, il livello si è alzato di 4 metri in poche ore. Senza la diga, quindi, tutto quel materiale sarebbe finito a valle provocando gravi danni nella Valpelline".
I danni maggiori agli impianti di Cva si sono verificati nella Valle di Cogne, nella Valtournenche e nella stessa Valpelline e ammontano - secondo una prima stima - a circa 2,8 milioni di euro. "Ci sono da aggiungere - ha detto Argirò - anche i danni per la mancata produzione di energia dovuta al blocco degli impianti, ma secondo le nostre previsioni questo è un danno sostenibile per l'azienda all'interno di un quadro positivo per il 2024".
Alcuni impianti sono tuttora fermi, mentre altri funzionano parzialmente (tra questi la centrale di Chavonne e quella di Covalou). Sul totale della produzione sono 38 i megawatt non in produzione attualmente. I tempi di ripristino delle infrastrutture danneggiate oppure ostruite dai detriti nella maggior parte dei casi sono ancora da stimare oppure sono di qualche settimana.
Cva, la diga di Placemoulin ha salvato la Valpelline
Crollo idrogeologico in quota, a valle 6 milioni di metri cubi