(ANSA) - AOSTA, 07 AGO - Una ricerca condotta nel Parco
nazionale Gran Paradiso, in collaborazione con il dipartimento
di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell'Università di
Torino, sta evidenziando "l'impatto significativo del
cambiamento climatico sugli ecosistemi alpini, con
un'accelerazione senza precedenti nel processo di colonizzazione
delle piante nelle aree lasciate libere dal ritiro dei
ghiacciai".
Lo studio, pubblicato sul Botanical Journal of the Linnean
Society, rivista scientifica della Oxford University Press, ha
riguardato "due cronosequenze proglaciali, situate in valle di
Cogne e in valle di Rhêmes, ossia di aree libere dai ghiacciai
in tempi diversi che coprono un periodo compreso tra cinque e
165 anni dalla deglacializzazione".
Una velocità che "può alterare la stabilità degli ecosistemi
e la biodiversità, potenzialmente a scapito delle specie alpine
più caratteristiche delle alte quote minacciate da specie più
competitive provenienti da piani altitudinali inferiori che fino
a qualche anno fa non erano in grado di resistere in ambienti
così selettivi".
Quando i ghiacciai si ritirano, lasciano dietro di sé terreni
esposti e instabili. Le piante che colonizzano questi spazi
"aiutano a stabilizzare il terreno e a prevenire erosioni. Se le
piante si insediano velocemente, possono aiutare a ridurre i
rischi di colate detritiche e alluvioni, come quella
recentemente accaduta in valle di Cogne. Al contrario, se il
processo di colonizzazione è lento o non avviene, il detrito
rimane vulnerabile e questi rischi aumentano". (ANSA).
Ricerca, "le piante sostituiscono i ghiacciai a ritmi impressionanti"
Parco del Gran Paradiso: "Potenziale riduzione di rischio alluvione"