Valle d'Aosta

Mattarella, duro prezzo pagato dai valdostani durante il fascismo

Liberazione in Valle d'Aosta

Redazione Ansa

"Duro il prezzo pagato, tra i partigiani e la popolazione civile. Dai soldati di origine valdostana trasferiti nei campi di internamento in Germania. Un sacrificio che ha visto la Repubblica attribuire la Medaglia d'oro al Valor militare alla Val d'Aosta". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante l'ottantesimo anniversario della Resistenza, Liberazione e Autonomia della Valle d'Aosta.
    "Memori della oppressione fascista, le genti valdostane si interrogarono allora su quale percorso fosse di migliore garanzia di un quadro di libertà entro cui la loro autonomia potesse esprimersi liberamente, nello spirito di quella Carta di Chivasso o Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine, che aveva visto esponenti delle cosiddette valli valdesi ed esponenti valdostani, nel dicembre 1943, progettare il futuro", aggiunge. "Nella Dichiarazione si denunciava il 'ventennio di malgoverno livellatore e accentratore', che aveva portato le valli alla oppressione politica, alla rovina economica, alla distruzione della cultura locale, rivendicando libertà di lingua e di culto, con un regime repubblicano su base regionale e cantonale. Non a caso in una prospettiva europea. Si coglie qui come il sentimento che prevaleva era segnato anche dalla delusione verso Casa Savoia, alla quale la Valle si era sempre sentita vicina e i risultati del referendum istituzionale del 1946 furono impietosi: 28.166 voti per la Repubblica, 16.195 per la Monarchia.
    Nel frattempo l'autonomia annunciata dal Presidente Bonomi aveva fatto strada.
    Il 29 maggio 1945 veniva istituita una commissione presieduta dal Sottosegretario Luigi Chatrian, di origini valdostane, e, di lì a poco, l'11 luglio 1945, due decreti luogotenenziali, definivano la nascita della circoscrizione autonoma della Val d'Aosta e le norme economico- tributarie per sorreggerne l'attività.
    Il 10 gennaio 1946 (appena nove giorni dopo la fine della amministrazione straordinaria degli alleati), si insediava il primo Consiglio della Valle che elesse quale suo presidente Federico Chabod. In quella prima seduta furono ripristinati i toponimi dei Comuni che erano stati distorti dal fascismo. In parallelo con il processo elettorale per la Assemblea della Costituente, il Consiglio della Valle iniziava un lavoro diretto a dotarsi di uno Statuto che ne definisse compiutamente attività e modalità di funzionamento", prosegue. "La popolazione valdostana, accanto al suo rappresentante alla Costituente, Giulio Bordon, eletto per le sinistre, e a Luigi Chatrian, il cui nome abbiamo già incontrato, eletto nel Collegio Unico Nazionale per la Democrazia Cristiana, avrebbe potuto contare sulla interlocuzione diretta espressa dal proprio Consiglio di Valle", dice ancora Mattarella. 
   

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