Per il movimento di sinistra Valle d'Aosta Aperta va rivista l'istruttoria, iniziata l'8 luglio, per l'iter per l'approvazione del Piano faunistico venatorio della Valle d'Aosta. Il gruppo politico il 5 settembre ha presentato un documento di 20 punti con le loro osservazioni sul tema riguardante la caccia. ''Il piano analizza tutte le specie faunistiche presenti sul territorio - commenta Daria Pulz - e questo è positivo, ma abbiamo rilevato tutta una serie di aspetti critici che abbiamo così evidenziato sperando che vengano considerati nell'iter di Vas, la valutazione ambientale strategica''. Per il gruppo Vda Aperta i centri di controllo e di censimento non dovrebbero essere gestiti dai cacciatori stessi ma da ''volontari adeguatamente formati e indipendenti, che garantirebbero una maggiore imparzialità''. Altro aspetto di criticità che evidenziano è la mancanza di dati sul bracconaggio. ''Per il momento la pernice bianca non è ancora cacciabile, ma i cacciatori premono per cui non so per quanto riusciremo ancora a difenderla. La lepre variabile invece è di nuovo cacciabile. Ma stiamo parlando di due specie in via di estinzione e con sempre meno esemplari sul territorio. Inoltre, vi è un forte calo di presenze di cervi e caprioli per cui pensiamo che debbano essere diminuiti gli abbattimenti. Noi dobbiamo ragionare di più sulla biodiversità sempre più fragile'', continua ancora Pulz. Per la consigliera regionale Erika Guichardaz un altro aspetto molto critico ''sono i permessi giornalieri di caccia. Siamo assolutamente contrari a questa proposta, che rischiano di creare un turismo della caccia. Sarebbe invece importante creare una segnaletica in cui si evidenzia che animali selvatici si possono incontrare''. Valle d'Aosta Aperta ha poi espresso la sua contrarietà a una eventuale possibilità di aprire la caccia allo stambecco.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it