La Corte costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sulla questione dell'obbligo di rendicontazione contestato dalla procura regionale della Corte dei conti all'amministrazione della Valle d'Aosta. La giunta regionale guidata dal presidente Renzo Testolin ha infatti deliberato di promuovere un conflitto di attribuzione perché sia dichiarato che "non spetta allo Stato, e per esso alla Corte dei conti, l'esercizio della funzione giurisdizionale in materia di resa del conto giudiziale in assenza di apposita norma di attuazione" dello Statuto speciale.
Il provvedimento dell'esecutivo valdostano arriva dopo i tre decreti inviati il 4 ottobre scorso dalla sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Valle d'Aosta.
Questi tre atti - pronunciati dal giudice monocratico su ricorso del procuratore regionale - stabiliscono il termine del "30 gennaio 2025 per la presentazione dei conti da parte degli agenti contabili, rispettivamente tesoriere regionale per gli anni dal 2018 al 2022 e per l'anno 2023, nonché economo regionale per gli anni dal 2019 al 2022". Inoltre fissano al 31 marzo prossimo la scadenza "per il deposito degli stessi conti da parte dell'amministrazione presso la segreteria della sezione giurisdizionale della Corte dei conti".
Con un'altra delibera, la giunta ha proposto opposizione ai tre decreti davanti alla Corte dei conti, per chiederne la sospensione, tenuto conto che lo scadere dei termini "comporta l'applicazione di sanzioni pecuniarie". Per entrambi i procedimenti è stato incaricato il professor avvocato Angelo Lalli del foro di Roma.
Il 23 aprile scorso la procura contabile regionale aveva chiesto al presidente della Regione una relazione relativa “ai conti giudiziali delle gestioni non prefettizie degli esercizi dal 2018 al 2022” e le schede di rilevazione riguardanti: “il/i responsabile/i del procedimento di deposito dei conti giudiziali presso la competente Sezione giurisdizionale della Corte dei conti, formalmente nominato/i dalla Regione; gli agenti contabili, di diritto o di fatto, intestatari delle gestioni non prefettizie di maneggio di beni e valori dell’Ente; i conti giudiziali presentati dai predetti Agenti contabili alla Regione; gli utilizzatori delle carte di credito regionali; i consegnatari delle partecipazioni azionarie regionali”.
Dopo un confronto interno all’amministrazione, il 20 giugno il presidente della Regione ha risposto alla procura contabile, dando “atto della rispondenza delle gestioni contabili della Regione a criteri di correttezza e legalità, sottolineando che la materia dei conti giudiziali interseca materie di competenza regionale quali, per quanto qui di interesse, quelle relative all’ordinamento degli uffici e alla finanza regionale, connotanti l’autonomia speciale, organizzativa e finanziaria, della Regione, impegnandosi, quindi, a sottoporre con urgenza la questione alla componente regionale della Commissione paritetica di cui all’articolo 48bis dello Statuto speciale”. Il 28 giugno i componenti di nomina regionale della Paritetica sono quindi stati informati e il successivo 30 settembre la Regione ha anche trasmesso “una proposta di schema di norma di attuazione”.