Valle d'Aosta

Beni culturali ecclesiastici, approvati 5 progetti di restauro

Da Roisan a Bosses, da Verrayes a Courmayeur

Redazione Ansa

(ANSA) - AOSTA, 02 DIC - La Commissione per l'esame dei progetti di restauro attinenti al patrimonio ecclesiastico valdostano ha approvato cinque interventi di recupero.
    L'iniziativa rientra nell'ambito del protocollo di intesa tra la Diocesi di Aosta e la Regione Valle d'Aosta per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche.
    La Commissione ha approvato i seguenti progetti (per i quali è stata definita una proposta di contributo): nella cappella di San Michele arcangelo di Rhins a Roisan restauro e risanamento conservativo; nella chiesa parrocchiale di San Remigio di Saint-Rhémy-en-Bosses restauro della cappella a sinistra del coro, restauro del crocifisso d'arco trionfale in legno policromo del XIV secolo e di due statue anch'esse lignee risalenti al XVIII secolo e raffiguranti i santi Remigio e Bernardo della en-Bosses; nella cappella di San Germano di Grand Villa a Verrayes restauro della facciata e del campanile; nella cappella di Sant'Anna di La Saxe di Courmayeur restauro della facciata; e nella cappella di San Germano di Grand Villa a Verrayes restauro delle decorazioni pittoriche della facciata.
    "La collaborazione tra Regione e Diocesi - sottolinea il vescovo di Aosta, Franco Lovignana - vuole restituire alle comunità locali, anche quelle più piccole dei villaggi, edifici e opere d'arte nelle quali intere generazioni si sono identificate e si identificano dal punto di vista religioso e culturale. Si tratta di un'operazione che ha anche un valore pedagogico perché vuole restituire, con il bene, la consapevolezza che esso appartiene alla comunità e il necessario protagonismo della stessa nel custodire e nel valorizzare quanto ricevuto dai padri". "I beni culturali di proprietà della Diocesi valdostana - aggiunge l'assessore Jean-Pierre Guichardaz - rivestono un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo culturale e sociale della nostra regione, in quanto espressione di valori specifici della nostra stessa comunità oltre che tasselli imprescindibili per comprendere le origini della nostra storia. Tutelando e conservando i beni culturali di interesse religioso è quindi possibile attuare, seppure indirettamente, quella necessaria forma di tutela e conservazione della nostra identità territoriale". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it