"L'educazione alla legalità necessità di un'informazione precisa e competente. In passato, il nostro Paese ha scelto di raccontare il fenomeno mafioso, rimuovendolo.
" L'educazione alla legalità, nata dopo l'omicidio di Piersanti Mattarella nel 1980, è una promessa di libertà - ha aggiunto - per cui vale la pena battersi che è stata raccontata e spiegata da decine di migliaia di insegnanti, schierati contro la mafia.
Il corso che si è appena concluso in Valle d'Aosta è un'iniziativa istituzionale e seria a cui era giusto partecipare". "La presenza delle mafie - ha osservato il presidente del Consiglio Valle, Alberto Bertin - non è più un fenomeno relegato alle loro terre di origine: da nord a sud, riguarda tutti noi e va anche oltre i confini degli Stati. In Valle d'Aosta la presenza della ndrangheta è un fatto ultradecennale che, di recente è stato accertato anche giudiziariamente con una sentenza definitiva. È un problema di tutti e ognuno di noi può e deve fare la sua piccola parte. In questo senso, i nostri neo ambasciatori rappresentano una risorsa importante per la comunità".
A margine dell'incontro si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati "Giovani ambasciatori della legalità" a Elisabetta Anrò, Ana Antohin, Christel Berruti, Alice Bonato, Simone Bosonin, Ephrem Cossard, Paolo Dattola, Beatrice Del Col, Rebecca Di Stefano, Letizia Gagliardi, Luca Germanetti, Didier Jotaz, Erica Macrì, Carlo Umberto Ravagnani, Manuel Sciarroni, Beatrice Somaglia, Laura Talmet e Nicole Vallet.
Dalla Chiesa, informazione necessaria per educazione a legalità
"In passato scelto di raccontare il fenomeno rimuovendolo"