(ANSA) - AOSTA, 21 NOV - "Troviamo inusuale l'utilizzo degli
strumenti consiliari per arrivare a un simile dettaglio
ispettivo. Perché questo livello ispettivo potrebbe quasi far
pensare che spetti al Consigliere questo livello gestionale.
"Un utente è stato rasato a zero - ha detto Manfrin - senza
alcuna motivazione apparente se non per un atto di goliardia
motivato dalla volontà di preparare questa persona a un
ipotetico matrimonio con un'altra utente della struttura.
Ricordiamo che il taglio di capelli forzato rientra nella
fattispecie del reato di violenza privata". La replica
dell'assessore: "L'evento si riferisce alle azioni messe in
campo dal personale di struttura a seguito della necessità
emersa di procedere a una specifica esigenza di cura di un
ospite: dopo il lavaggio del capo risultavano infatti presenti
squame e crosticine che impedivano l'applicazione efficace
dell'olio idratante. Un infermiere riteneva quindi di procedere
al taglio dei capelli per favorire l'applicazione dell'olio
idratante sulla cute. Il giorno successivo alla richiesta di
chiarimenti da parte dei famigliari venivano fornite le
spiegazioni del caso: la famiglia ha dichiarato di avere
compreso e accettato i chiarimenti".
"Non ci risulta - ha ribattuto Manfrin - che la famiglia abbia
accettato la spiegazione ricevuta. Gli autori dell'azione hanno
telefonato ai familiari dell'utente per scusarsi e
successivamente si sono tenuti vari incontri per chiarire
l'accaduto che non hanno spiegato alcunché né placato le
contestazioni. Siamo di fronte a un fatto di estrema gravità".
(ANSA).
Marzi attacca Manfrin, "cerca solo visibilità politica"
Rispetto ad un fatto avvenuto in residenza sanitaria di Variney