(ANSA) - AOSTA, 17 DIC - "Le mafie non sono più realtà
circoscritte a un singolo territorio ma siamo di fronte a
multinazionali del crimine sempre alla ricerca di nuovi spazi in
cui espandersi. Non possiamo permetterci di abbassare la
guardia, siamo tutti coinvolti.
L'evento, moderato da Cristina Porta, giornalista
professionista, ha visto la partecipazione di Tommaso Pastore,
capocentro della Direzione investigativa antimafia di Torino che
ha parlato di "mafie liquide", capaci di adattarsi e inserirsi
facilmente nei contesti sociali ed economici in cui operano,
sfruttando le vulnerabilità del territorio per perseguire i
propri interessi criminali. Per questo motivo è importante - si
legge in una nota - "sviluppare la sensibilità di istituzioni e
cittadini su questo fenomeno che oggi appare più silenzioso ma
che è sempre presente". Anche in Valle d'Aosta, le sentenze
passate in giudicato "certificano che sul territorio è operativa
una locale di 'ndrangheta".
Fabrice Rizzoli, docente di geopolitica delle criminalità a
Sciences Po, Istituto di studi politici di Parigi, ha affrontato
il tema della 'gangstérisation du monde', spiegando come le
organizzazioni criminali moderne agiscano con nuove modalità. Al
posto della violenza diretta, si avvalgono di strumenti come la
corruzione e l'infiltrazione economica, riuscendo a insinuarsi
nel tessuto produttivo dei Paesi, arrivando talvolta a diventare
un elemento centrale delle loro economie. Un fenomeno globale
che mostra come le mafie moderne siano in grado di adattarsi e
influenzare profondamente le dinamiche socio-economiche
mondiali. (ANSA).
Bertin, "le mafie sono ormai multinazionali del crimine"
Le nuove strategie criminali emerse in una conferenza ad Aosta