(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 28 MAG - Durissimo attacco di
Papa Francesco contro la presenza di omosessuali nei seminari.
Nell'incontro a porte chiuse con gli oltre 200 vescovi italiani,
che lunedì scorso ha aperto nell'Aula del Sinodo l'assemblea
generale della Cei, il Pontefice su questo argomento si è
lanciato in serratissimi richiami verso una maggiore selezione
negli accessi ai seminari, non senza usare termini anche
coloriti e puntando persino il dito - come ha riferito il sito
Dagospia, seguito poi da altri media - contro l'eccesso di
"frociaggine".
Il severo intervento del Pontefice, che non ha mancato di
sorprendere i presenti, è confermato da diverse fonti. Per
Bergoglio, quindi, non vanno ammessi omosessuali nei seminari.
Dal "chi sono io per giudicare" a una posizione ora molto più
tranchant, se non altro per quanto riguarda la selezione e
formazione dei sacerdoti. Il tema è oggetto di dibattito da
molti anni, e già un'istruzione del dicastero vaticano per il
Clero del 2005 - sotto Benedetto XVI - confermata nel 2016 con
papa Francesco, stabiliva che "la Chiesa, pur rispettando
profondamente le persone in questione, non può ammettere al
Seminario e agli Ordini sacri coloro che praticano
l'omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente
radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay".
I vescovi italiani, da parte loro, nell'ultima assemblea
svoltasi ad Assisi avevano dibattuto sulla possibilità di
restrizioni più sfumate, sentendosi incoraggiati proprio dalle
passate aperture di Bergoglio sul tema dell'omosessualità. Pur
tra molte contestazioni, era stato quindi approvato un
emendamento che si limitava a distinguere tra "atti" e
"tendenze", ribadendo l'obbligo del celibato per tutti i
seminaristi, omosessuali ed eterosessuali, e aprendo così la
porta dei seminari ai candidati gay al sacerdozio impegnati però
nell'opzione del celibato.
Ma nel confronto di un'ora e mezza con i presuli, di fatto il
Papa ha sbarrato la strada: quindi rispetto, sì, per la persona
gay che bussa alle porte del seminario, ma ponendo dei fermi
paletti all'accesso per evitare che l'omosessuale che sceglie il
sacerdozio finisca per fare una doppia vita, con tutte le
conseguenze negative del caso. E per rafforzare il suo parere ed
essere chiaro anche con una battuta, Francesco avrebbe
recriminato esplicitamente sull'eccesso di "frociaggine" in
certi seminari italiani.
Sull'uscita del Papa hanno evitato commenti oggi sia gli
ambienti Cei sia la Santa Sede. Un certo nervosismo, comunque,
si è manifestato nei modi spicci con cui i gendarmi hanno
allontanato i giornalisti, facendo cordone attorno al cardinale
Pietro Parolin, in occasione della messa a Santa Maria Maggiore
per la 61/a Giornata dell'Africa. Reazioni, e di segno
diametralmente opposto, non sono mancate invece dal mondo Lgbtq
come pure da cattolici dell'area 'Family Day'.
"Il Papa arretra sui diritti Lgbt+ e discrimina i seminaristi
gay", ha dichiarato Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay
Lgbt+, e "se tale dichiarazione discriminatoria verrà confermata
dalla Chiesa, chiediamo che il Governo blocchi i fondi
dell'8x1000". Inoltre, "vorremmo capire come verranno
identificati i seminaristi gay: faranno perquisizioni?
Utilizzeranno la Santa inquisizione? O sottoporranno i preti
alle hits di canzoni di cantanti Lgbt+ per vedere le loro
reazioni? Tutto questo oltre che discriminatorio è anche
ridicolo".
"Standing ovation per il Papa. Era ora. Absit iniuria verbis.
Giusto pochi giorni prima del Pride. E adesso tutti a farsi
benedire", ha invece commentato su X l'ex senatore della Lega,
Simone Pillon. (ANSA).
Papa contro gay nei seminari, duro attacco con i vescovi
Francesco avrebbe sorpreso i presenti parlando di 'frociaggine'