(di Nina Fabrizio)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 28 GIU - Anche se con gli usuali
toni pacati, insorgono le vittime di Marko Rupnik: "I suoi
mosaici, realizzati anche durante veri abusi sessuali, vanno
rimossi". E a dare sostegno alle vittime dell'ex gesuita al
centro di un caso clamoroso, anche per i ritardi e le incertezze
con cui è stato gestito, interviene pure il Presidente della
Pontificia Commissione per la Tutela dei minori, un paladino
della lotta agli abusi come il cardinale francescano Sean
O'Malley: "Le opere possono offendere le vittime", afferma in
una lettera indirizzata ai dicasteri della Curia romana, "la
prudenza pastorale eviti di esporre le opere d'arte in modo tale
da implicare" una "indifferenza al dolore e alla sofferenza di
così tante vittime di abusi".
Il nuovo caso attorno alla perniciosa vicenda dello sloveno
Rupnik, ex gesuita, mosaicista di fama mondiale e attualmente
sotto indagine da parte del Dicastero per la Dottrina delle Fede
dopo che sono state finalmente ascoltate numerose denunce di
abusi fisici, sessuali e psicologici ai danni di religiose ed ex
suore, è stato innescato dalle parole del prefetto della
Comunicazione Paolo Ruffini che aveva difeso il mantenimento dei
mosaici disseminati in chiese, santuari di grandissimo richiamo
come Fatima, Lourdes, Aparecida, luoghi di culto e perfino
dentro al Vaticano nella Cappella Redemptoris Mater. In una
conferenza stampa ad Atlanta, negli Stati Uniti, ha argomentato
così la sua difesa: "Come cristiani ci viene chiesto di non
giudicare", aggiungendo che "rimuovere, cancellare, distruggere
l'arte non è mai stata una buona scelta" e ha citato il caso di
Caravaggio.
Oggi però a farsi sentire sono proprio le vittime, rivelando
anche particolari scabrosi proprio attorno alla elaborazione di
queste opere. "L'esposizione dei mosaici nei luoghi di culto è
"inappropriata", scrive l'avvocatessa di cinque vittime, Laura
Sgrò, e ritraumatizzante per loro che "quotidianamente devono
confrontarsi con le conseguenze psicologiche che gli abusi hanno
arrecato loro. Peraltro è emerso che durante la realizzazione di
alcuni mosaici, almeno una suora ha ricevuto molestie di natura
sessuale anche sulle impalcature, mentre partecipava alla messa
in opera del mosaico. Altre suore hanno raccontato di aver fatto
da modelle per le opere di Rupnik, anche queste esposte in
luoghi sacri, e mentre posavano sono state abusate".
Sulla stessa linea di una sensibilità che si pone dalla parte
delle vittime, il cardinale O'Malley: "Dobbiamo evitare di
inviare il messaggio che la Santa Sede sia ignara del disagio
psicologico che tanti soffrono". O'Malley, un nome di peso della
Chiesa cattolica, collaboratore di Francesco anche nel
cosiddetto C9, il Consiglio di cardinali che coadiuva il Papa
nella gestione delle questioni prioritarie, ha precisato anche
che, se da una parte va rispettata la presunzione di innocenza
nell'indagine a carico di Rupnik, dall'altra la Santa Sede e i
suoi uffici devono "esercitare una saggia pastorale di
compassione verso coloro che sono stati danneggiati dagli abusi
sessuali del clero". Papa Francesco, scrive inoltre, "ci ha
esortato a essere sensibili e a camminare in solidarietà con
coloro che sono danneggiati da ogni forma di abuso. Vi chiedo di
tenerlo presente nelle immagini da accompagnare alla
pubblicazione di messaggi, articoli e riflessioni attraverso i
canali di comunicazione a nostra disposizione". (ANSA).
Le vittime di Rupnik, "via i suoi mosaici, ci offendono"
La richiesta ai vescovi. Il card. O'Malley, "evitate di esporli"
