Oltretevere

Il Papa, la letteratura apre cuori, sia materia nei seminari

"Non i social ma un buon libro aiuta a superare le tempeste"

Redazione Ansa

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 04 AGO - Il Papa in una lettera esalta il ruolo della letteratura nella formazione. Il Pontefice si riferisce in particolare ai seminari ma anche più complessivamente all'arricchimento per tutti i credenti. Per i seminari chiede esplicitamente "un cambio di passo".
    "In generale si deve, con rammarico, constatare che nel percorso formativo di chi è avviato al ministero ordinato, l'attenzione alla letteratura non trova al momento un'adeguata collocazione. Quest'ultima è spesso considerata, infatti, come una forma di intrattenimento, ovvero come un'espressione minore della cultura che non apparterrebbe al cammino di preparazione e dunque all'esperienza pastorale concreta dei futuri sacerdoti.
    Tranne poche eccezioni, l'attenzione alla letteratura - sottolinea Papa Francesco - viene considerata come qualcosa di non essenziale. Al riguardo, desidero affermare che tale impostazione non va bene".
    "Inizialmente - premette il Papa nel documento - avevo scritto un titolo riferito alla formazione sacerdotale, ma poi ho pensato che, analogamente, queste cose si possono dire circa la formazione di tutti gli agenti pastorali, come pure di qualsiasi cristiano. Mi riferisco al valore della lettura di romanzi e poesie nel cammino di maturazione personale".
    La lettura dunque elemento di formazione ma anche aiuto spirituale, anche dove non arriva la preghiera: "Spesso nella noia delle vacanze, nel caldo e nella solitudine di alcuni quartieri deserti, trovare un buon libro da leggere diventa un'oasi che ci allontana da altre scelte che non ci fanno bene.
    Poi non mancano i momenti di stanchezza, di rabbia, di delusione, di fallimento, e quando neanche nella preghiera riusciamo a trovare ancora la quiete dell'anima - scrive il Papa -, un buon libro ci aiuta almeno a passare la tempesta, finché possiamo avere un po' più di serenità. E forse quella lettura ci apre nuovi spazi interiori che ci aiutano ad evitare una chiusura in quelle poche idee ossessive che ci intrappolano in maniera inesorabile".
    Papa Francesco ricorda che "prima della onnipresenza dei media, dei social, dei cellulari e di altri dispositivi, questa era un'esperienza frequente, e quanti l'hanno sperimentata sanno bene di cosa sto parlando. Non si tratta di qualcosa di superato".
    Papa Francesco cita alcuni grandi scrittori, da Thomas Stearns Eliot a Marcel Proust, da Clive Staples Lewis a Jorge Luis Borges e parla delle sue esperienze di insegnante negli anni '60. "Insegnavo agli ultimi due anni del Liceo e dovevo fare in modo che i miei alunni studiassero El Cid. Ma ai ragazzi non piaceva. Chiedevano di leggere García Lorca. Allora ho deciso che avrebbero studiato El Cid a casa, e durante le lezioni io avrei trattato gli autori che piacevano di più ai ragazzi", racconta il Pontefice. (ANSA).
   

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