Oltretevere

Il Papa, 'il Libano è e deve restare un progetto di pace'

A familiari vittime porto Beirut, 'per voi chiedo giustizia'

Redazione Ansa

(di Fausto Gasparroni) (ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 26 AGO - Mentre sul Libano si addensano nuovi venti di guerra per gli scontri fra Hezbollah e Israele, nel funesto quadro del conflitto mediorientale, il Papa richiama con tono accorato che "il Libano è, e deve restare, un progetto di pace".
    "Con voi imploro dal Cielo la pace che gli uomini faticano a costruire in terra. La supplico per il Medio Oriente e per il Libano", dice Francesco incontrando oggi in Vaticano i familiari delle vittime dell'esplosione nel porto di Beirut, avvenuta il 4 agosto 2020. "Non dimentichiamo quello che un Papa ha detto - ricorda a proposito di Giovanni Paolo II -: 'Il Libano è un messaggio, e questo messaggio è un progetto di pace'. La sua vocazione è di essere una terra dove comunità diverse convivono anteponendo il bene comune ai vantaggi particolari, dove religioni e confessioni differenti si incontrano in fraternità".
    "Con voi - prosegue - sento il dolore di vedere ancora, ogni giorno, morire tanti innocenti, a causa della guerra nella vostra regione, in Palestina, in Israele, e il Libano ne paga il prezzo. Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra sempre è un fallimento, della politica e dell'umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male".
    Il Pontefice dice di incontrare "con commozione" le famiglie delle vittime della devastante deflagrazione di quattro anni fa: "Ho pregato tanto per voi e per i vostri cari, e ancora prego, unendo le mie lacrime alle vostre. Oggi ringrazio Dio di potervi incontrare, di esprimervi di persona la mia vicinanza". "Con voi - dice ancora - faccio memoria di tutti coloro ai quali quella tremenda esplosione ha tolto la vita. (...) Penso al visino della piccola Alexandra. Dal Cielo loro vedono i vostri affanni e pregano perché abbiano fine".
    Il Papa non manca di sottolineare che "con voi chiedo verità e giustizia, che non è arrivata: verità e giustizia". "Tutti sappiamo che la questione è complicata e spinosa - riconosce -, e che pesano su di essa poteri e interessi contrastanti. Ma la verità e la giustizia devono prevalere su tutto. Sono passati quattro anni; il popolo libanese, e voi per primi, avete diritto a parole e fatti che dimostrino responsabilità e trasparenza".
    Il desiderio di Francesco è anche che ciascuno dei presenti "sentisse, insieme al mio affetto, anche quello di tutta la Chiesa". "Noi sentiamo e pensiamo che il Libano è un Paese martoriato - conclude -. So che i vostri Pastori, i religiosi e le religiose vi sono vicini: li ringrazio di cuore per quanto hanno fatto e continuano a fare. Non siete soli e non vi lasceremo soli, ma rimarremo solidali con voi attraverso la preghiera e la carità concreta". (ANSA).
   

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