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Il Papa al G20, usare i fondi per le armi nello sviluppo

"La fame è uno scandalo, trovare vie di pace stabile e duratura"

Redazione Ansa

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 18 NOV - "Una visione e una strategia a lungo termine sono necessarie per combattere efficacemente la malnutrizione". Lo sottolinea il Papa in un messaggio al G20 auspicando che "la Global Alliance Against Hunger and Poverty possa avere un impatto significativo sugli sforzi globali per combattere la fame e la povertà. L'Alleanza potrebbe iniziare attuando la proposta di lunga data della Santa Sede, che chiede di riorientare i fondi attualmente assegnati alle armi e ad altre spese militari verso un fondo globale progettato per affrontare la fame e promuovere lo sviluppo nei paesi più poveri". Il Messaggio del Papa è stato pronunciato dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.
    Papa Francesco ribadisce che "il cibo è un diritto inalienabile" e che "la fame è uno scandalo". "La politica deve fare dell'eliminazione effettiva della fame uno dei suoi obiettivi principali e imperativi. Infatti, quando la speculazione finanziaria manipola il prezzo del cibo, trattandolo come una qualsiasi merce, milioni di persone soffrono e muoiono di fame. Allo stesso tempo, tonnellate di cibo vengono buttate via. Ciò costituisce un vero e proprio scandalo - sottolinea Papa Francesco -. La fame è criminale; il cibo è un diritto inalienabile".
    Il Papa, infine, torna a sottolineare le sue preoccupazioni per "l'intensificazione di guerre e conflitti". "È quindi della massima importanza che il Gruppo dei 20 - afferma Francesco - individui nuove strade per raggiungere una pace stabile e duratura in tutte le aree" colpite da conflitti "con l'obiettivo di ripristinare la dignità delle persone". Le guerre in corso "non sono solo responsabili di un numero significativo di morti, sfollamenti di massa e degrado ambientale; stanno anche contribuendo a un aumento della carestia e della povertà, sia direttamente nelle aree colpite che indirettamente nei paesi che sono a centinaia o migliaia di chilometri di distanza dalle zone di conflitto, in particolare attraverso l'interruzione delle catene di approvvigionamento. Le guerre continuano a esercitare una notevole pressione sulle economie nazionali, soprattutto a causa dell'esorbitante quantità di denaro spesa in armi e armamenti", conclude il Pontefice. (ANSA).
   

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