(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 03 DIC - "Sembra una giornata abbastanza tranquilla rispetto ai giorni passati. Non si è sentito, almeno fino a questo momento, rumore di bombardamenti o di spari, almeno nella nostra zona.
"Il caos temuto, in una situazione di vuoto delle istituzioni pubbliche, comincia a farsi sentire concretamente; infatti, alcuni cominciano a denunciare di avere subito dei furti", riferisce all'ANSA il francescano ricordando che, tra le prime cose fatte dai ribelli, è stato aprire le carceri e liberare tutti i prigionieri. "Sentiamo dire che l'acqua mancherà ancora, non si sa fino a quando...".
Il problema principale oggi riguarda le comunicazioni, dice via whatshapp padre Bahjiat: "Le linee telefoniche delle compagnie siriane che abbiamo finora usato sono interrotte, resta la linea internet che ci permette di restare in contatto con il mondo esterno".
I ribelli che attualmente hanno preso il controllo di Aleppo cercano di rassicurare la comunità cristiana ma "diverse persone sono impaurite, non si sentono al sicuro riguardo il futuro e pensano sia meglio abbandonare la città". "Io, personalmente, non vedo ragioni per diffondere il panico" e "ad ogni modo - prosegue il frate - non serve a nulla pensare a partire in questo momento, perché comunque le strade sono tutte chiuse, ed oggi certamente è più sicuro stare a casa che in viaggio".
Già da ieri i francescani hanno riaperto il panificio al Terra Santa College, colpito da una bomba domenica 1 dicembre, e hanno anche riaperto la mensa che dà mille pasti al giorno.
"Raddoppieremo l'aiuto mensile che diamo alle famiglie della nostra parrocchia che sono rimaste, affinché si sentano più al sicuro almeno per quanto riguarda i viveri".
Pur nella complicatissima situazione di questi giorni i francescani di Aleppo guardano al prossimo Natale: "Per un attimo i nostri giovani avevano dubitato che potessero fare il presepe, che quest'anno ha come tema il Giubileo della speranza.
Ma proprio questo tema li ha spinti a riprendere le forze per continuare la loro opera". "Stamattina decine di persone si sono offerte per pulire la chiesa e così prepararla alle prossime feste, questo aumenta il senso dell'appartenenza alla comunità ed infonde sicurezza nei cuori, perché la vita non si ferma ma va avanti…", dice con una incrollabile speranza padre Karakach.
(ANSA).
Francescani Aleppo, senza linea telefonica e manca cibo
P. Karakach all'ANSA, Noi raddoppiamo aiuti e prepariamo presepe