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Caritas, oltre 50 guerre nel mondo, troppi conflitti dimenticati

"Tornano le armi, ci stiamo abituando alla mancanza di pace"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 09 DIC - Sono oltre cinquanta i conflitti nel mondo e tra questi sono quattro le guerre ad altissima intensità: Myanmar, Sudan, Israele-Hamas, Russia-Ucraina. Ma il pianeta è costellato da violenze che spesso finiscono in un cono d'ombra. Si parla solo delle guerre più vicine o di quelle che hanno conseguenze dirette nel nostro vivere quotidiano. Se ne è parlato oggi alla presentazione dell'ottavo Rapporto sui conflitti dimenticati di Caritas Italiana. "Il ritorno delle armi" è il titolo di questo nuovo volume che vuole sollecitare l'opinione pubblica a non abituarsi alla guerra. L'evento formativo è stato organizzato in collaborazione con Csvnet e ANSA.
    "Già nel 2014 il Papa, in occasione della visita a Redipuglia, parlava di una terza guerra mondiale a pezzi", ha ricordato monsignor Carlo Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas Italiana, aprendo i lavori. "Il conflitto è la negazione della speranza e un fallimento del tentativo di mediazione. Il Giubileo, che Papa Francesco ha voluto dedicare proprio al tema della Speranza, è il tempo propizio per promuovere giustizia, pace e riconciliazione. Come Chiesa italiana e come Caritas — ha aggiunto — dobbiamo essere protagonisti, costruttori di ponti, promotori di dialogo, seminatori di speranza, artigiani di pace".
    Il Rapporto di Caritas, a cura di Paolo Beccegato e Walter Nanni (pubblicato dalle Edizioni San Paolo), mette sotto la lente il rapporto tra i media e la guerra e tra i fruitori di notizie e i conflitti. Nonostante l'interesse generale sia rivolto più ai fatti di cronaca locale (per il 65% delle persone intervistate), emerge comunque un diffuso desiderio di pace. Per otto italiani su dieci le guerre sono "avvenimenti evitabili" e il 74% afferma di non essere d'accordo sugli interventi armati ma di preferire il ricorso alla mediazione politica. Per quanto riguarda l'informazione, nel 2023 le notizie sulle guerre sono state (almeno quelle contabilizzate nel Rapporto di Caritas) 3.808, pari all'8,9% di tutte le notizie. Ma si parla solo di alcuni conflitti e non di altri: oltre il 50 per cento delle notizie riguardava il conflitto israelo-palestinese, il 46,5% la guerra in Ucraina, il restante 3,4% ha riguardato altri quindici Paesi in guerra. Ma molti sono rimasti senza copertura mediatica. C'è inoltre il rischio - è emerso nel convegno - di abituarsi a parlare con un linguaggio di guerra.
    "Con questo Rapporto - ha detto don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana - vogliano contribuire ad una educazione alla pace. Vogliamo che si parli di pace e non solo di sicurezza. Come diceva don Tonino Bello, la speranza va organizzata, non solo annunciata, e dunque deve essere testimoniata e tutti possiamo fare qualcosa". Don Pagniello ha quindi annunciato che con le Caritas del Medio Oriente e quelle che si affacciano sul Mediterraneo è in corso un progetto proprio "per educare alla pace", un progetto che vedrà dialogare insieme persone che la guerra vorrebbe solo su fronti opposti.
    (ANSA).
   

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