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Al via il Festival del Film cattolico, il 13 la premiazione

Tra le pellicole arrivate in finale anche due lavori italiani

Al via il Festival del Film cattolico, il 13 la premiazione

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 10 FEB - Prende il via oggi, al Palais des Ambassadeurs di Menton (Francia), la XVI edizione dell'International Catholic Film Festival "Mirabile Dictu", dedicata al tema della Speranza e della Redenzione, filo conduttore di tutte le opere finaliste. Ideato nel 2010 dalla regista e produttrice Liana Marabini "per dare spazio ai produttori e ai registi di film, documentari, docu-fiction, serie tv, cortometraggi e programmi che promuovono valori morali universali e modelli positivi", come ricordano i promotori, il Festival è nato sotto l'Alto Patronato del Pontificio Consiglio per la Cultura, oggi Dicastero per la Cultura e l'Educazione.
    Si tratta di una edizione da record, con 3.284 opere candidate quest'anno, da cui sono stati selezionati i film finalisti, che provengono da dieci Paesi diversi: Brasile, Bulgaria, Croazia, Filippine, Iran, Italia, Stati Uniti, Uganda, Ungheria, Uzbekistan. Ai vincitori che saranno decretati da una Giuria internazionale - presieduta dalla principessa e attrice Maria Pia Ruspoli, e composta dall'attore Rupert Wynne-James, dal giornalista Luca Caruso, dal produttore Geoffrey d'Adhémar e dallo sceneggiatore Elliott Harper - sarà assegnato il Pesce d'Argento, ispirato al primo simbolo cristiano, nel corso della cerimonia di premiazione del Festival, che si svolgerà giovedì 13 febbraio.
    Tra le pellicole italiane, finalista per il miglior cortometraggio è "Ninò" di Michele Li Volsi che affronta il tema del bullismo, con l'obiettivo di sensibilizzare sia i giovani che gli adulti su questa problematica. Sempre dall'Italia, finalista come miglior documentario è "I Hope for Heaven" di Daniele Pignatelli (Italia). Nel carcere di massima sicurezza di Opera (Milano), tre detenuti responsabili di omicidi - Ciro, Giuseppe e Cristiano - realizzano artigianalmente ostie che vengono consacrate nelle chiese di tutto il mondo. Il loro sogno è consegnarle personalmente a Papa Francesco, al quale scrivono una lettera. (ANSA).
   

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