(ANSA) - ROMA, 09 FEB - Una occhiata fugace al quadro di
Giuseppe Garibaldi e poi la battuta: "Peppino perdonaci". Così
Bettino Craxi si preparava a firmare, il 18 febbraio del 1984,
lo storico accordo con la Santa Sede per la revisione del
Concordato.
"Quell'accordo dimostrò che nel nostro Paese si può applicare
il precetto evangelico 'rendete a Dio quel che è di Dio, a
Cesare quel che è di Cesare'", ha affermato il vice premier e
ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Una peculiare laicità "non ostile, ma collaborativa", sulla
base di valori condivisi basati sulla responsabilità per i
bisogni materiali e spirituali della persona. È quanto emerge, a
40 anni di distanza dalla firma della modifica del Concordato,
tuttora il "quadro di riferimento per uno sviluppo sereno del
rapporto tra Stato e Chiesa". A ribadirlo è stato il cardinale
Segretario di Stato Stato Pietro Parolin, nella giornata di
approfondimento aperta dai saluti dell'ambasciatore italiano
presso la Santa Sede Francesco Di Nitto.
Il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi,
ha evidenziato la novità portata nell'84, ovvero "il radicale
cambiamento del sistema di finanziamento per la Chiesa". Un
finanziamento che comportava "un rischio per la Chiesa, un
rischio che è stato accettato".
A raccontare come nacque il meccanismo dell'8 per mille è
stato il presidente della Commissione esteri della Camera,
Giulio Tremonti. "Il nodo era superare le congrue ma allo stesso
tempo evitare il blocco dei soldi alla Chiesa", con il quale non
sarebbe stata possibile la firma per il nuovo Concordato. "Per
questo scegliemmo di lavorare sull'Irpef, la regina delle
imposte, ma con un nuovo meccanismo: fi esclusa infatti
l'ipotesi delle deduzioni che non apparteneva molto alla nostra
cultura ma più a quella del mondo anglosassone".
Diversi i protagonisti della trattativa di 40 anni fa, da
Gennaro Acquaviva a Francesco Margiotta Broglio.
"L'eredità di quella stagione di Accordi di libertà va oggi
raccolta e reinterpretata, su scala più ampia e globale. Lo
spirito di quella stagione che ha dato buoni frutti - ha
concluso la presidente della Commissione Esteri Stefania Craxi -
può rappresentare un punto di riferimento per un presente
incerto, per un tempo inquieto e senza pace, per rilanciare
un'azione condivisa nella società all'insegna della crescita del
cittadino. Non c'è pace tra i popoli senza il Papa, non c'è pace
tra i popoli e nei popoli se non c'è pace tra gli Stati, ma
anche se non c'è pace tra le religioni e nelle religioni, che
restano una fonte inesauribile di saggezza e cultura, antidoti
contro ogni deriva". (ANSA).
S.Sede-Italia: compie 40 anni il nuovo Concordato
La firma di Craxi e Casaroli il 18 febbraio del 1984
