Oltretevere

Mons. Paglia, serve una legge sul fine vita per evitare soprusi

Ma la fine dell'esistenza non si chiude nelle maglie delle norme

Redazione Ansa

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 03 SET - "Oggi una legge sul fine vita può rivelarsi necessaria per evitare la burocratizzazione della morte e per prevenire soprusi e violenze anche inconsapevoli". Lo afferma il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Vincenzo Paglia, nel suo libro "Destinati alla vita" (edizioni San Paolo). Paglia si riferisce agli eventuali soprusi "da parte dei medici sui malati e a volte - ahimè - anche da parte dei malati sui medici, in quei casi estremi in cui la legittima autodeterminazione del paziente - spiega il presidente della Pav - attraverso il cosiddetto 'testamento biologico', può arrivare alla pretesa di paralizzare l'intervento di un medico".
    Per Paglia però sarebbe "illusorio affidare solo ad un norma la soluzione delle grandi domande sulla vita e sulla morte".
    Quindi "non potrà mai essere solo una legge, anche se dovesse rivelarsi necessaria per evitare soprusi, a poter sciogliere il mistero profondo del passaggio finale dell'esistenza umana e dell'aiuto di cui chi muore ha bisogno". E allora "è indispensabile una riflessione ampia, profonda, anche accesa, per attuare un giusto accompagnamento che coinvolga anche il piano legislativo".
    Il libro del presidente della Accademia per la Vita affronta a tutto campo i grandi temi della vecchiaia e della morte, che spesso si preferisce ignorare. La maggioranza delle persone infatti, sottolinea ancora monsignor Paglia, "pensa per lo più a soddisfare il solo benessere individuale e, quindi, a sviluppare un narcisismo triste, cieco di fronte alla morte che, comunque, si è ripresa la scena e dilaga ovunque".
    Soffermandosi a lungo sul mistero cristiano della resurrezione, Paglia nel libro infine confida: "Personalmente sono ormai ben inoltrato nella vecchiaia e mi capita sempre più spesso di pensare alla morte, la mia morte". (ANSA).
   

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