(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 18 OTT - L'accesso all'acqua
pulita è "un diritto umano essenziale per il pieno godimento
della vita e degli altri diritti umani, che deve pertanto essere
riconosciuto a tutti e ciascuno indistintamente". Lo ha
sottolineato mons.
Per mons. Chica Arellano "per attuare tale diritto, è
fondamentale investire in infrastrutture - e in questo la
tecnologia al servizio della persona può essere di grande aiuto
- tese a garantire che la scarsità di questo bene prezioso non
si converta in indisponibilità per le persone e di modo che i
fini alternativi al consumo diretto vengano limitati.
Altrettanto rilevante è, inoltre, puntare sui giovani,
promuovendo modelli educativi e culturali rispettosi non solo
dell'ambiente, ma anche della gestione giusta ed equa delle
risorse naturali come l'acqua".
Per il rappresentante del Vaticano "il rischio di
privatizzazione della risorsa idrica richiama un altro tema di
estrema importanza, recentemente menzionato da papa Francesco.
Occorre vegliare affinché essa non venga identificata come una
merce, un bene di scambio, uno strumento di speculazione alla
stregua di altri. La quotazione in borsa dell'acqua rischia di
divenire realmente immorale, perché foriera di una mentalità
utilitaristica che monetizza tutto, anche ciò che in realtà
necessita di rimanere un bene comune, in quanto simbolo di vita
e di salute".
"Dobbiamo concretamente contribuire tutti a preservare e
gestire l'acqua per il bene di tutti", ha concluso Chica
Arellano, "dal momento che l'accesso universale all'acqua, il
suo uso e la sua gestione sostenibili e responsabili, sono
indispensabili per il raggiungimento del bene comune dell'intera
famiglia umana". (ANSA).
Vaticano, l'acqua non è merce, quotazione in Borsa è immorale
Mons. Chica Arellano, "è un diritto umano essenziale"