Oltretevere

Pizzaballa, di fronte a tanto odio servono parole di pace

Il Patriarca chiede per il 15 agosto preghiere in Terra Santa

Redazione Ansa

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 10 AGO - "Di fronte alle tante parole di odio, che vengono pronunciate troppo spesso, noi vogliamo portare la nostra preghiera, fatta di parole di riconciliazione e di pace". Lo dice il Patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, in una lettera in cui invita alla preghiera per la pace, per il 15 agosto, le diocesi, le comunità religiose e i pellegrini presenti in Terra Santa. Il 15 sarà la Festa dell'Assunzione di Maria ma anche la data indicata per possibili negoziati.
    "Sono passati già molti mesi dall'inizio di questa terribile guerra. Non solo la sofferenza causata da questo conflitto e lo sgomento per quanto sta avvenendo sono ancora integri, ma sembrano anzi essere continuamente alimentati - scrive Pizzaballa - da odio, rancore e disprezzo che non fanno che aumentare la violenza e allontanare la possibilità di individuare soluzioni. È sempre più difficile, infatti, immaginare una conclusione di questo conflitto, il cui impatto sulla vita delle nostre popolazioni è il più alto e doloroso di sempre. È sempre più difficile trovare persone e istituzioni con le quali sia possibile dialogare di futuro e di relazioni serene. Sembriamo tutti schiacciati da questo presente impastato da così tanta violenza e, certo, anche da rabbia".
    Ma qualcosa di nuovo potrebbe accadere: "Questi giorni, comunque, sembrerebbero essere importanti per riuscire a dare una svolta al conflitto e fra questi in particolare il 15 agosto, che per noi è il giorno della solennità dell'Assunzione di Maria Vergine in cielo". Di qui l'appello alla preghiera: "In quel giorno, dunque, prima o dopo la celebrazione dell'Eucarestia, o in un momento che si terrà opportuno, invito tutti, ad un momento di preghiera di intercessione per la pace alla Vergine Santissima Assunta in cielo. Desidero che parrocchie, comunità religiose contemplative ed apostoliche, e anche i pochi pellegrini presenti tra noi, si uniscano nel comune desiderio di pace che affidiamo alla Vergine santissima".
    "Dopo avere speso tante parole, infatti, e dopo avere fatto il possibile per aiutare ed essere vicini a tutti, in particolare a quanti sono colpiti più duramente, non ci resta che pregare", conclude il cardinale Pizzaballa. (ANSA).
   

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