Oltretevere

Benedettino a Gerusalemme, 'Netanyahu non fa il bene di Israele'

Padre Schnabel a Il Regno, "qui un oceano di sofferenza"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 11 SET - "Un oceano di sofferenza": così padre Nikodemus Schnabel, abate benedettino dell'Abbazia della dormizione a Gerusalemme e del Monastero di Tabgha sul lago di Genesaret, definisce la situazione in Terra Santa. "Cerchiamo d'essere una luce, un'isola di speranza. Sono continui gli appelli, anche da parte delle istituzioni in Germania, a lasciare Gerusalemme per allontanarsi dai rischi: ci implorano, ma noi rifiutiamo di andarcene, restiamo, restiamo qui, apparteniamo a questo posto", dice in una intervista a Il Regno.
    "Dal punto di vista economico è una catastrofe", denuncia.
    Racconta che sta dando fondo alle riserve perché deve mantenere 24 dipendenti locali, la maggior parte dei quali di Gerusalemme, cristiani da Betlemme, dalla Cisgiordania. "Ora li pago per non fare nulla, ma li pago lo stesso, resto con loro. Entrambe le chiese non chiudono mai, la nostra mensa è sempre aperta, il nostro negozio è sempre aperto, i nostri bagni per i pellegrini sono sempre aperti. Pagare l'elettricità è diventato un problema ma voglio stare con la mia gente perché il mio personale a scuola ha 29 bambini. Sento di avere una responsabilità nei loro confronti".
    L'abate Schnabel tiene a precisare che il conflitto non è tra israeliani e palestinesi. "Il punto è che ci sono persone che cercano di farci credere che c'è una terra da contendere, che ci sia un unico luogo per una sola entità. Non si ammette la possibilità di una coesistenza. Sono gli estremisti, da entrambe le parti. E poi ci sono persone, da una parte e dall'altra, che invece sono convinte che si possa vivere insieme. Dobbiamo trovare una via perché questo si realizzi".
    Padre Nikodemus, in questi giorni a Roma per il quadriennale congresso degli abati, parla anche di quanti sono scesi in strada a protestare contro il governo: "Erano davvero tristi.
    Netanyahu non sta facendo una politica per il nostro bene e per Israele - scandisce -, sta davvero danneggiando il nostro futuro. Del resto, la stessa cosa sta facendo Hamas, da parte sua. È una spirale, come se ci si sentisse autorizzati a giocare lo stesso sporco gioco. Entrambe le parti vorrebbero avere un'altra leadership politica. Devo dire, comunque, che queste proteste mi danno speranza e mi sembra che sia così anche per la maggior parte delle persone qui". Alla fine, "la sensazione è che siamo tutti vittime". (ANSA).
   

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