Oltretevere

Chiesa e omosessualità, una guida spirituale no gender

"Dignità e responsabilità", scritta dal gesuita Piva

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 17 SET - Il rapporto tra Chiesa e omosessualità è al centro di una guida spirituale no gender, scritta da padre Giuseppe Piva: "Dignità e responsabilità" per Il Pellegrino Edizioni. Il libro tocca temi delicati quali l'abuso psicologico e fisico. Padre Piva, gesuita, offre una lettura della realtà basandosi su "un'esperienza diretta che, da anni, gli consente di accompagnare le persone omosessuali in un cammino che conduce alla pacificazione con se, con gli altri e con la comunità ecclesiale", si spiega nella presentazione. Il percorso non mette dunque in gioco le questioni dottrinali, ma svela un metodo di relazione che va oltre ogni teoria: "le nostre relazioni affettive, etero o omo che siano, sono sempre segnate, infatti, da ferite interiori, spesso prodotte dall'ambiente sociale in cui ci muoviamo", si spiega nel saggio.
    Esiste però un modo in cui possiamo liberare le potenzialità umane in maniera sana che, viene spiegato, passa sempre attraverso il recupero della consapevolezza di una dignità che va oltre ogni orientamento sessuale e di una responsabilità nei confronti dell'altro.
    La prefazione è curata da Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, che evidenzia come "Piva si avvicina qui al cuore delle persone, entrando in punta di piedi, ma affrontando tutti - proprio tutti - i risvolti dell'animo che cerca pace". "Rimanere comodamente seduti alla partenza, lasciando che ciascuno vada dove vuole; o rimanere comodamente seduti alla meta, giudicando chiunque non sia 'in linea' con l'ideale: sono due rischi uguali e contrari, ma entrambi difformi - sottolinea Castellucci - dallo stile di Gesù, che camminava con i discepoli, la folla, la gente, specialmente con gli emarginati e gli ultimi nella scala sociale e religiosa dell'epoca".
    A firmare la postfazione sono invece Aristide Fumagalli, sacerdote dell'arcidiocesi di Milano e scrittore, che ricorda come "l'esperienza credente, ascoltata e accompagnata, è condizione imprescindibile per il cammino sinodale della Chiesa", e Gianni Geraci, nominato nel 1996 portavoce del Coordinamento Gruppi di Omosessuali Cristiani in Italia, il quale ribadisce che "uno dei grandi limiti della proposta che il magistero cattolico fa alle persone omosessuali è l'assenza di qualunque indicazione ispirata a quel sano realismo senza il quale il rischio è quello di generare dei comportamenti schizofrenici, in cui si esalta una perfezione che in realtà non si cerca e si disprezza una vita che, in realtà, è quella che ispira le nostre scelte concrete". (ANSA).
   

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