(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 23 OTT - L'acqua è un "bene
prezioso" che deve essere strumento di pace. Lo ha detto
l'Osservatore Permanente della Santa Sede presso il Consiglio
d'Europa, monsignor Marco Ganci, in un evento a Strasburgo.
"Sappiamo bene che non sempre è regnata, né regna, l'armonia tra
le diverse comunità e che nella storia si sono verificati
diversi conflitti - ha sottolineato mons. Ganci - dovuti al
controllo dell'acqua e delle risorse ad essa collegate". Il
rappresentante della Santa Sede ha quindi ricordato le parole di
Papa Francesco: "L'acqua è un bene prezioso per la pace.
Pertanto non può essere considerato semplicemente un bene
privato".
Ganci è intervenuto all'Istituto italiano di Cultura, guidato
da Giovanni Grussu, alla presentazione della versione francese
(Le sens de la soif, Infinito, 2024) del libro "Il senso della
sete" di Fausta Speranza, giornalista dei media vaticani, che
contiene la lettera di Papa Francesco e che ha vinto il Premio
Letterario Ambasciatori presso la Santa Sede 2022.
L'Osservatore della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa
ha sottolineato in particolare la questione dell'acqua potabile:
"Secondo gli ultimi rapporti ufficiali dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità, circa il 26% della popolazione mondiale
non ha accesso ad un servizio di fornitura di acqua potabile
gestito in sicurezza. Sappiamo che l'accesso all'acqua e ai
servizi igienico-sanitari costituisce in realtà un diritto umano
primario, fondamentale e universale, perché determina la
sopravvivenza delle persone. Di conseguenza - ha sottolineato -
il mondo ha un grave debito sociale nei confronti dei poveri che
non hanno accesso all'acqua pulita". Per monsignor Ganci "è
sempre più necessario prendere coscienza dell'importanza di
questo elemento naturale che, per noi che viviamo in una sorta
di paradiso terrestre, non sembra rappresentare un problema
vista l'abbondanza di cui disponiamo, ma che, nel resto del
mondo, a causa della sua assenza o inadeguato utilizzo, è causa
di gravi malattie, carestie, migrazioni forzate e guerre, con
ricadute geopolitiche su scala globale".
"La questione dell'acqua nella sua complessità è affrontabile
solo dentro un quadro di multilateralismo internazionale, ma
quest'ultimo è oggi messo pesantemente in crisi - ha detto
Fausta Speranza, l'autrice del libro - dalla conflittualità
diffusa. Mentre cerchiamo di capire cosa succederà al gigante
russo e al popolo ucraino e al Vicino Oriente, mentre crescono
le paure in Europa dobbiamo ragionare seriamente su cosa sia una
vera politica per la pace: non consiste solo nel mettere fine ai
conflitti e nel contribuire a una stabilizzazione tra una guerra
e un'altra, ma presuppone di guardare a tutte le politiche,
socio-economiche e ambientali in primis, dalla prospettiva della
pace. Significa occuparsi della annosa questione della
produzione e della distribuzione delle risorse, a partire dalla
più preziosa di tutte: l'acqua". (ANSA).
Mons. Ganci, l'acqua sia strumento di pace non di conflitti
L'evento a Strasburgo. "Una persona su 4 non ha acqua potabile"