Oltretevere

Consulta libertà religiosa, bene attenzione, ora misure concrete

Presidente Mobeen, "cruciale il ruolo dei Paesi del G7"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 07 NOV - E' stata presentata ufficialmente nei giorni scorsi la Consulta italiana per la libertà religiosa.
    L'occasione è stato il G7 di Pescara. La Consulta, composta da studiosi e rappresentanti di varie organizzazioni della società civile, si pone come obiettivo la protezione dei diritti delle minoranze religiose. Operando in stretta collaborazione con l'Inviato Speciale del governo italiano per la promozione della libertà religiosa e la tutela delle minoranze religiose, Davide Dionisi, "la Consulta mira a dialogare con le istituzioni per sensibilizzare e coordinare azioni di supporto alle comunità cristiane in tutto il mondo", spiega una nota.
    Il presidente della Consulta, Shahid Mobeen, sottolinea l'importanza dell'impegno a livello internazionale: "Esistono da tempo organizzazioni della società civile che, in maniera sinergica con parlamentari e diplomatici, si adoperano attivamente per la difesa della libertà religiosa, per sostenere le minoranze religiose e promuovere risoluzioni internazionali a loro tutela. L'iniziativa Italiana si allinea a questa tradizione di impegno a livello globale. In questo contesto, il ruolo dei paesi del G7 è cruciale: grazie alla loro influenza politica, economica e diplomatica, essi possono sostenere tali iniziative e inserire la tutela della libertà religiosa tra le priorità dei progetti di cooperazione internazionale, contribuendo così alla promozione di una maggiore giustizia, good governance, sicurezza e stabilità su scala globale".
    "Negli ultimi anni, il tema della libertà religiosa ha ricevuto un'attenzione crescente, e sono stati compiuti significativi progressi in termini di sensibilizzazione.
    Tuttavia, soltanto attraverso l'azione dei governi è possibile tradurre le dichiarazioni di principio in misure concrete che assicurino il rispetto della libertà religiosa, specialmente nel quadro delle relazioni bilaterali dei governi con quei Paesi dove tale diritto è messo in discussione o apertamente violato", conclude la Consulta. (ANSA).
   

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