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Giubileo: Fisichella, a Roma non ha senso parlare di overtourism

'Per evento Giovani ci aspettiamo 1 milione di pellegrini'

Redazione Ansa

(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 23 DIC - "Roma deve spalancare le braccia a chi arriva. Non ha senso parlare di overtourism.
    Roma da quando esiste è stata sempre 'patria communis', è una città che è stata sempre aperta a tutti e non ha escluso nessuno. Pensare che Roma riduca le presenze significherebbe infliggerle una ferita che non le appartiene". Lo dice mons.
    Rino Fisichella, delegato del Papa per il Giubileo, in una intervista a InTerris, alla vigilia dell'apertura della Porta Santa. Per quanto riguarda le provenienze dei pellegrini che affolleranno Roma, fa sapere: "Abbiamo un elenco con proiezioni riguardanti i Paesi di provenienza dei pellegrini. Ad esempio, dagli Stati Uniti potrebbero arrivare circa 2 milioni e mezzo di persone, mentre dalla Germania ne sono attese 800 mila. Per il Giubileo dei Giovani c'è un fermento tale da farci stimare la partecipazione di oltre un milione di giovani provenienti da tutto il mondo. Anche il Giubileo degli Adolescenti sarà un grande evento". "Anche la mascotte Luce - rivendica quindi il presule - sta ottenendo un successo straordinario in tutto il mondo. Subito dopo la presentazione, è nato un impulso globale di grande simpatia nei confronti di questa mascotte. Dopotutto, è un mezzo efficace per dialogare con le nuove generazioni.
    Anche molte persone adulte mostrano interesse e vogliono acquistare la mascotte, ma resta soprattutto un linguaggio pensato per i giovani, un modo innovativo di entrare in contatto con loro. Il Giubileo è cultura. In quanto il Giubileo è un evento spirituale e lo spirito ha bisogno di cultura". "La contemplazione della bellezza - ha anche osservato - suscita stupore e meraviglia, laddove c'è bellezza si vive meglio. La bellezza è fonte d'amore. Emerge la volontà di trasmettere alle generazioni che verranno dopo, quella bellezza intuitiva, quella fede che sono state percepite in un determinato periodo. Nella Chiesa c'è posto per tutti, tutti, tutti". (ANSA).
   

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