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Giubileo: Giovani Mediterraneo, mettere al centro l'accoglienza

Mons. Baturi, trasformiamo i segni dei tempi in segni speranza"

Giubileo: Giovani Mediterraneo, mettere al centro l'accoglienza

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 30 GEN - "Il Papa chiede di trasformare i segni dei tempi, in segni di speranza. I segni dei tempi sono quella di un Mediterraneo lacerato da discordie e da conflitti.
    Abitare questo tempo con la cura significa trasformare ciò che altrimenti sarebbe un motivo di dolore, in un motivo di speranza che comincia da noi". Così mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, ha presentato il progetto "Prendersi cura - Una famiglia per ogni comunità" lanciato oggi a Roma dal Consiglio dei Giovani del Mediterraneo e dalla Rete Mare Nostrum, in "continuità allo spirito che ha animato gli incontri dei vescovi di Bari e Firenze" e in nome di Giorgio La Pira. Lo scrive il Sir.
    "Un'iniziativa - ha aggiunto il segretario generale della Cei - che nel contesto storico che viviamo e nel contesto ecclesiale del Giubileo, è davvero un conforto, una di quelle carezze di misericordia che legittimano la speranza".
    Il progetto - spiega l'agenzia dei vescovi - è rivolto alle Conferenze episcopali del Mediterraneo perché si facciano promotrici di proposte di accoglienza e sostegno a famiglie e soggetti fragili, innanzitutto giovani. A presentare nei dettagli l'iniziativa sono state Tina Hamalaya e Nicholle Salerno, rispettivamente segretaria e delegata della Cei al Consiglio dei Giovani del Mediterraneo. Il progetto - spiegano i promotori - è rivolto in modo particolare a beneficio di emigranti, rifugiati, richiedenti asilo. Ogni Chiesa, diocesi, realtà promotrice lo potrà "declinare" in relazione alle varie e talvolta diversissime situazioni locali.
    Già si sono avviate idee e gemellaggi. Come quella - ha raccontato Nicholle - tra la diocesi di Brindisi e Beirut con il vicariato apostolico dei Latini. I giovani chiedono alle Chiese del Mediterraneo di mettere l'accoglienza e la solidarietà al "centro dell'impegno giubilare", e di "essere disponibili a dare una mano, a curare le ferite di chi ha bisogno". (ANSA).
   

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