Veneto

Batterio killer a Verona, Zaia: 'L'infezione si è trascinata per mesi'

Secondo giorno di protesta della mamma di una delle piccole vittime

Batterio killer a Verona, Zaia: 'L'infezione si è trascinata per mesi'

Redazione Ansa

 "Non spetta a noi giudicare, la Procura faccia prima che può. Penso che la relazione sia assolutamente chiara e lapidaria". Lo ha affermato il presidente del Veneto Luca Zaia, a proposito del documento degli esperti sull'infezione da Citrobacter a Verona. "Attendiamo la controdeduzione dell'Azienda ospedaliera - ha aggiunto Zaia - perché siamo in uno stato di diritto. Dopodiché assumeremo tutte le decisioni che ci competono e che saranno necessarie".  "Siamo davanti a un'infezione ospedaliera con uno dei batteri più terribili. Può accadere che negli ospedali ci siano infezioni temporanee, circoscritte, che si vanno a spegnere, ma questa è una storia che si è trascinata per mesi se non per anni. Ho chiesto al direttore dell'Azienda ospedaliera di valutare tutte le misure possibili e necessarie in via di autotutela, anche verso gli attori della vicenda. Sul personale, ha precisato Zaia, "ogni decisione va decisa dall'Azienda, non sono dipendenti diretti della Regione. Noi abbiamo chiesto che si intervenga". 

Continua ad oltranza davanti all'Ospedale della Donna e del Bambino di Verona la protesta iniziata ieri di Francesca Frezza, la mamma di una delle bimbe morte a causa del citrobacter lo scorso anno. Era stata la prima a denunciare i casi d'infezione nel più importante punto nascite del Veneto, dove avvengono più di 3000 parti all'anno, e che è stato riaperto ieri dopo due mesi e mezzo di chiusura per debellare il batterio-killer. "Mi chiedo perché si sono attesi due anni per chiudere - ha ribadito Frezza -, si sarebbero evitate morti e oggi mia figlia sarebbe qui con me".

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