Veneto

Covid: Veneto; no-vax 74% malati in intensiva nel 2021

Ricerca Università Padova su rapporto ricoveri-ciclo vaccinale

Redazione Ansa

(ANSA) - PADOVA, 30 MAG - Una ricerca clinica condotta in Veneto tra maggio e dicembre 2021 ha evidenziato che, in questo arco di tempo, il 74% dei ricoverati in terapia intensiva per Covid-19 non era vaccinato contro l'infezione. Inoltre, il tasso di ricovero nel tempo ha mostrato un brusco e marcato aumento degli accessi in terapia intensiva di questi malati nella seconda metà dell'anno, in concomitanza con un forte incremento dei contagi negli ultimi mesi del 2021.
    Al contrario, il tasso di ricoveri in terapia intensiva di chi si era sottoposto a ciclo vaccinale completo (almeno 2 dosi) si è mantenuto basso e stabile per tutto il period, senza risentire dell'ondata di nuove infezioni. Circa il 60% dei vaccinati ricoverati in intensiva aveva più di 70 anni, l'età dei non vaccinati era più bassa e per circa il 50% di questi soggetti era inferiore ai 60 anni. Lo rivela uno studio dell'Università di Padova sui ricoveri per Covid, a seconda dello stato vaccinale, nelle unità di terapia intensiva nel Veneto da maggio a dicembre 2021. La ricerca è stata pubblicata ora .sulla rivista "Jama Network Open".
    L'analisi del tempo intercorso tra la somministrazione dell'ultima dose di vaccino e il ricovero in terapia intensiva ha mostrato che il 50% dei soggetti vaccinati era stato ricoverato dopo circa cinque mesi dalla conclusione della somministrazione. Dato che indica come la copertura vaccinale sia soggetta ad un naturale decadimento, sottolineando così l'importanza di sottoporsi alle dosi di richiamo.
    "Questi risultati - dice Paolo Navalesi, del Dipartimento di Medicina dell'Università di Padova - confermano che la vaccinazione è protettiva nei confronti della malattia grave da infezione da Sars-CoV-2 e sottolineano l'importanza di sottoporsi al ciclo vaccinale completo ed alle successive dosi di richiamo nei tempi e nelle modalità raccomandate dalla comunità scientifica internazionale. Questo al fine di prevenire gravi complicanze tali da richiedere cure intensive, soprattutto nei soggetti più anziani" (ANSA).
   

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