Veneto

Tolusso e Villalta, poesia è invisibile ma presentissima

Capillare e profonda. Confronto in libreria tra poetessa e poeta

Redazione Ansa

(ANSA) - TRIESTE, 04 FEB - Invisibile, incapace di realizzare successi popolari, di pubblico o anche solo di vendite, eppure presente nel quotidiano, nel pensiero delle società, in forme capillare e profondo. Questa è la poesia e il suo ruolo. Ne sono convinti la poetessa Mary B.Tolusso e il poeta Gian Mario Villalta, intervenuti alla libreria Lovat di Villorba (Treviso).
    Tolusso e Villalta hanno affrontato il tema dell'utilità della poesia nella contemporaneità e hanno presentato reciprocamente i propri libri: Tolusso quello di Villalta 'Dove sono gli anni' (Garzanti), Villalta quello di Tolusso 'Apolide' (Mondadori). Tagliente Mary B.Tolusso: "La poesia non ha nessuna utilità, né un valore, è sempre stata di nicchia nonostante sia il genere che detta i codici letterari nei secoli". Per Villalta quello della poesia è un "bisogno dell'essere umano, è qualcosa di naturale perché ha a che fare con il nucleo stesso della nostra esistenza, legata alla lingua che parliamo e con la quale ci relazioniamo al mondo e agli altri". Per questo è "curioso" che se "da un lato la poesia come genere di mercato e agli occhi della comunicazione sia poco visibile, sia invece diffusissima capillarmente e molto frequentata a livelli diversi da moltissime persone". Presentando i libri, Tolusso ha definito Villalta "un punto di riferimento per la poesia contemporanea, che ha sviluppato temi come memoria, paesaggio, identità, lingua, con una voce personale che ha amalgamato la tradizione attraverso un sapiente uso del dialetto, mescolato, amalgamato" all'italiano. Villalta si è invece soffermato sul "percorso originale" di Tolusso, che "va dal primo momento di contrasto con il mondo" fino al diventare se stessi. Cioè quella forma di esperienza adolescenziale - forse di maggiore sofferenza nella vita umana - per la metamorfosi radicale tra il trovare la propria strada e il distaccarsi da chi si ha intorno e che vuole trattenere".
    Insomma, in Tolusso c'è "un senso di distacco, di congedo dal mondo, di estraneità che ci riguarda tutti". (ANSA).
   

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