Veneto

'Stato di Grazia', Telese racconta l'odissea di Ambrogio Crespi

Il regista, una storia che forse non avrebbe raccontato nessuno

Redazione Ansa

(ANSA) - VENEZIA, 07 SET - Cosa deve fare un uomo per dimostrare la propria innocenza? È la domanda a cui tenta di dare una risposta il film 'Stato di Grazia' diretto da Luca Telese, alla sua prima regia, che racconta la vicenda giudiziaria di Ambrogio Crespi, presentato nell'ambito del Venice Production Bridge 2023, alla Mostra di Venezia. Un docufilm, salutato al termine da un lungo applauso, prodotto da Proger Smart Communication (PSC) e Alfio Bardolla Training Group (ABTG), che racconta la storia di Ambrogio Crespi e della sua famiglia. Prima regista antimafia, poi condannato a sei anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa in una inchiesta per compravendita di voti, un incubo terminato con la Grazia concessa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
    "È una storia che probabilmente non avrebbe raccontato nessuno; la storia di una persona normale finita in una vicenda che ha dell'incredibile - ha commentato Luca Telese -. Nel film ricostruiamo un percorso interessantissimo tra direttori di carcere, giudici, amici che mobilitandosi finiscono per applicare una sorta di quarto grado di giudizio che ha permesso ad Ambrogio di avere un percorso diverso da quello sancito della condanna, una serie di piccoli miracoli che lo hanno riconsegnato alla sua vita, alla sua famiglia, alla moglie e ai suoi due bambini Luca e Andrea".
    Il film racconta i processi, lo stravolgimento di una vita del protagonista e della sua famiglia fino all'atto finale, la Grazia. Tra i protagonisti anche figure simbolo della lotta alle mafie, come Sergio De Caprio, alias Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina, e Benedetto Zoccola, testimone di giustizia. Accanto a loro anche figure istituzionali quali Edi Rama, primo ministro dell'Albania, Sergio D'Elia, segretario di Nessuno Tocchi Caino, giornalisti come Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1, Clemente Mimun, direttore del Tg5 e Peter Gomez, direttore del Fatto Quotidiano; giudici, avvocati e i direttori delle carceri di San Vittore e Opera. Con la partecipazione straordinaria di Lorenzo Flaherty nel ruolo del pubblico ministero. (ANSA).
   

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