(ANSA) - VENEZIA, 23 SET - Sono 2,2 milioni le famiglie
italiane in povertà energetica, pari a 5 milioni di persone che
nel 2021 vivevano in abitazioni poco salubri, scarsamente
riscaldate d'inverno, poco raffrescate d'estate, con livelli di
illuminazione scadenti e con un utilizzo molto contenuto dei
principali elettrodomestici bianchi. A dirlo è l'Ufficio studi
della Cgia di Mestre (Venezia), che ha elaborato i dati ripresi
dal Rapporto 2023 dell'Osservatorio Italiano sulla Povertà
Energetica (Oipe).
A livello territoriale la situazione più critica si verifica
in Calabria, dove il 16,7% delle famiglie, composte da 304.675
individui, si trova in condizioni di Povertà energetica. Seguono
la Puglia (16,4%), il Molise (16%), la Basilicata (15%) e la
Sicilia (14,6%). Le regioni meno interessate da questo fenomeno
sono le Marche (4,6%), la Liguria (4,8%) e la Lombardia (5,3%).
Il dato medio nazionale è pari all'8,5%, ed è in crescita dello
0,5% rispetto al 2020.
Questi risultati, sottolinea la Cgia, sono "certamente
sottodimensionati" in quanto riferiti a prima dello shock
energetico scoppiato a inizio 2022. Le principali condizioni
professionali del capofamiglia in povertà energetica sono tre:
disoccupato, pensionato solo e in molti casi lavoratore
autonomo. Le famiglie più a rischio sono quelle che utilizzano
il gas quale principale fonte di riscaldamento. Coloro che
invece utilizzano altri combustibili presentano valori
percentuali di rischio più contenuti. (ANSA).
Cgia, 2,2 milioni di famiglie sono in povertà energetica
Corrispondono all'8,5% del totale (+0,5 punti in un anno)