Il materiale da consegnare ai periti per ricostruire cause ed effetti dell'incidente del bus a Mestre è praticamente pronto, numerato e schedato, e tra gli investigatori si dice che "la strada parla". Nei 50 metri di cavalcavia "strisciati" dal mezzo sono stati individuati 27 elementi tra segni delle ruote, pezzi di una porta, lo specchietto retrovisore sinistro, un bullone del guardrail. Tutte le tracce sono state fotografate e digitalizzate. Dalla scatola nera del bus è già stata estratta la scheda di gestione. Il telefono dell'autista, provvisto di due schede Sim, è stato acquisito e sono stati sentiti dei testimoni.
Bocche cucite stamane in Procura a Venezia sulle attività dei magistrati e nell'inchiesta sulla strage del pullman a Mestre. "Oggi non ci sarà nessuna comunicazione" è l'unica informazione che i giornalisti si sono sentiti dire dai segretari dell'ufficio. Il Procuratore Bruno Cherchi non è in sede, e tutto fa pensare che non rientrerà prima della fine del weekend. Gli aggiornamenti più importanti potrebbero riguardare soprattutto i primi, parziali, esiti dell'autopsia sul corpo dell'autista del bus, eseguita ieri a Padova. Solo silenzio anche dalla Pm che coordina il fascicolo di indagine, Laura Cameli, che attenendosi alla normativa ha ricordato che l'unico ad avere la delega ai contatti con la stampa è il Procuratore.
"Credo che i tempi per il rimpatrio saranno brevissimi, è in corso di predisposizione la documentazione, entro domani sera tutte le salme saranno ricomposte e saranno nell'obitorio dell'ospedale di Mestre, e da quel momento in poi è opportuno che siano trasferite". Lo ha spiegato ai giornalisti il prefetto di Venezia, Michele Di Bari, a proposito delle vittime dell'incidente del bus. "Ho suggerito di attendere domani - ha aggiunto - perché domani alcuni familiari raggiungeranno Mestre, e quindi per dare loro la possibilità di vedere per l'ultima volta i propri cari".
Sul guardrail di Mestre 27 punti di contatto del busSono 27 i punti di contatto segnati sull'asfalto del cavalcavia di Mestre, in corrispondenza di altrettante "strisciate" compiute dal pullman precipitato martedì scorso, dopo una corsa apparentemente fuori controllo.
I segni sono stati apposti dalla polizia locale di Venezia, nella prima ricognizione sul manufatto, che poi dovrà essere sottoposta a una perizia, su mandato della Procura della repubblica.
Il guardrail, al centro delle polemiche per la sua vetustà e facilmente scavalcato dal mezzo pieno di turisti, appare divelto proprio in corrispondenza dell'altrettanto famigerato "varco di servizio", lungo circa tre metri. Le strisciate del bus si interrompono giusto in corrispondenza dell'interruzione della barriera. Da lì in poi il resto del guardrail è accartocciato per alcuni metri, e la ringhiera esterna è completamente divelta.
La pavimentazione del passaggio esterno, sotto la quale scorrono cavi e servizi, è sfondata subito dopo il varco e in un altro punto successivo. Il punto è pieno di vetri rotti. Sarà anche questo uno dei punti al centro dell'attenzione dei tecnici: da capire se sia stato sfondato dal peso dell'autobus, oppure se lo era già in precedenza, e se abbia causato lo sbilanciamento del mezzo verso il precipizio mortale.
Sono sempre 15 i pazienti ricoverati presso gli ospedali del Veneto dopo essere stati coinvolti nell'incidente del pullman a Mestre. Ancora 9 di loro sono in reparti ad alta intensità di cura (terapie intensive), 5 nei reparti di chirurgia, 1 in pediatria. È stabile un paziente tedesco di 33 anni ricoverato all'ospedale di Treviso le cui condizioni ieri erano state definite critiche. La prognosi resta però ancora riservata. La situazione degli altri pazienti risulta invariata rispetto a ieri.
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