"Freddezza e apaticità" di fronte alla tragedia della sorella, addirittura "dubbi e sospetti" da far valutare ai magistrati, con osservazioni su presunti "simboli satanici" nei vestiti e nei social. Tutti elementi che hanno fatto prendere il pc a un consigliere regionale veneto, Stefano Valdegamberi, che su Facebook dissente dalle affermazioni di Elena Cecchettin, sulla responsabilità della società patriarcale nella morte di Giulia.
"Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita", ha scritto Valdegamberi su Facebook, rincarando la dose e arrivando alla conclusione che, di fatto, sia un "tentativo di quasi giustificare l'omicida dando la responsabilità alla 'società patriarcale'. Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza. Sembra una che recita una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito". Frasi pesanti che hanno subito sollevato le proteste da parte di esponenti del centrosinistra, ma anche della parte politica di Valdegamberi, veronese, un passato di ex Udc poi eletto nella "lista Zaia presidente", su posizioni sovraniste. Così, se il Pd e le opposizioni venete ne hanno chiesto le dimissioni, stigmatizzando le sue "farneticazioni", anche il presidente regionale Luca Zaia non ha mancato di avanzare una pesante critica nei suoi confronti. "Sono parole dalle quali mi dissocio totalmente - ha dichiarato - nei concetti espressi e nelle modalità. Penso che sia il momento del dolore e del suo rispetto, non certo quello di invocare l'intervento di magistrati sulle dichiarazioni personali della sorella di una ragazza che ha perso la vita in questo modo tragico". E poi, lapidario: "I social sono lo specchio della società. Prima le stupidaggini si dicevano davanti al banco del bar, oggi qualcuno riesce a metterle nero su bianco, molto spesso in un italiano zoppicante, si sente premio Nobel e ha il suo momento di gloria". In breve tempo è giunta la precisazione dello stesso Valdegamberi, che si è visto il profilo Facebook inondato di insulti e delle solite minacce di morte via tastiera. Ha così voluto precisare che si trattava di "un commento di non condivisione di dichiarazioni che minimizzano la responsabilità personale dell'omicida, per cercarla nel presunto 'modello patriarcale'. Poi se scopro dai social media che l'appello viene fatto da una ragazza che abbraccia ed esalta simboli di satanismo che tutto sono tranne che amore e fratellanza, non posso pormi degli interrogativi?", insiste.
Alle insinuazioni di Valdegamberi si è aggiunta, sempre su Facebook, la comparsa di una pagina anonima dal titolo "Filippo Turetta ragazzo modello" allo scopo di "confutare le illazioni su un bravo ragazzo vittima del pressappochismo dei media". I vari post pubblicati sono incentrati su precisazioni relative alle notizie su Turetta, improntati al garantismo. Ma ci sono anche insinuazioni di carattere politico, su presunte intenzioni dietro alle dichiarazioni di Elena Cecchettin, in particolare sulle sue critiche a Matteo Salvini, adombrando ipotetiche 'discese in campo': "Avremo presto in circolazione una nuova Ilaria Cucchi?", è il commento malevolo dei curatori della pagina.
Valdegamberi: 'Dimettermi? No. Chi mi ha votato la pensa come me'"Dimettermi? No. Quelli che mi hanno votato la pensano come me. Ho ricevuto messaggi di morte da quelli che dicono di rispettare uomini e donne. Elena parla di uomo patriarcale e poi sui social ha richiami a simboli satanisti. Fa la morale e poi segue certe teorie sataniste. Viene a farmi la morale a me e poi segue certe teorie…". Così, a 'La Zanzara' su Radio 24, il consigliere regionale Stefano Valdegamberi, al centro di polemiche dopo il suo post su Facebook sulle affermazioni di Elena Cecchettin. "La violenza - osserva - non è solo dell'uomo; a Verona, si è suicidato un mio amico pressato dalla moglie. Il discorso di Elena è ideologico, ho il diritto di dire che non sono d'accordo. Lei critica la mentalità patriarcale poi esalta Lucifero" "Sono mitragliato - aggiunge - non riesco neanche a telefonare. Ricevo minacce, anche di morte. Le ricevo poi dai primi pacifisti che dicono di rispettare gli uomini e le donne, ma sono i primi a dirti ti aspettiamo sotto, veniamo a trovarti. Ho sempre rispettato le donne ed essere messo sul piano di tutti gli uomini che "son così", non ci sto. Pena? Quella massima, non è possibile togliere la vita a una ragazza". Valdegamberi conclude rilevando che non si pensa a dimettersi "Per cosa?. quelli che mi hanno votato la pensano come me. Ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà, mentre da quelli che professano la libertà di pensiero ho ricevuto messaggi di morte. Quelli sono da perseguire".
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