Veneto

Blitz degli ambientalisti a Venezia, fango contro la Basilica di San Marco

Subito pulita. Sei i dimostranti portati in questura. Sangiuliano: "eco-vandali". Zaia: "Azione da condannare"

Redazione Ansa

Nemmeno la Basilica di San Marco a Venezia, che già miracolosamente sopravvive con mille cure alle maree e alla pressione turistica, viene risparmiata dagli attivisti di Ultima Generazione. Questa mattina in sei, come rivendicato in un comunicato, hanno messo a segno un blitz con il quale hanno spruzzato della cioccolata in polvere sulla facciata laterale destra e versato fango sulle colonne della Basilica. Poi hanno srotolato lo striscione con la scritta 'Fondo Riparazione' e le foto dei dodici attivisti romani, rimasti in carcere tre giorni e rilasciati oggi dopo la convalida dell'arresto e con la misura di prevenzione dell'obbligo di firma, per il blocco stradale sull'autostrada A12 nei pressi di Fiumicino, all'ingresso della capitale, episodio avvenuto il 4 dicembre.

Netta la condanna del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. "Non può definirsi, come nelle intenzioni degli eco-vandali, un allarme antincendio, ma un gesto vile e inqualificabile quello posto in essere a Venezia. Uno sfregio - ha sottolineato il ministro - a uno dei simboli più illustri del patrimonio culturale nazionale che va sanzionato con fermezza".

"Il Senato ha approvato il disegno di legge varato dal governo che punisce gli eco-vandali - ha proseguito - costringendoli a pagare di tasca propria il ripristino delle opere. Attendiamo il via libera definitivo della Camera. Chi danneggia paga economicamente in prima persona". Di "manifestazione assolutamente da condannare", ha parlato il governatore del Veneto, Luca Zaia. "Rispetto al massimo le proteste democratiche di tutti, ci mancherebbe, soprattutto se riguardano temi così importanti come quello del cambiamento climatico", ha detto aggiungendo: "ma da qui ad imbrattare la Basilica di San Marco piuttosto che altri edifici direi decisamente no". Le proteste, secondo Zaia, devono essere fatte "in maniera rispettosa non solo della proprietà altrui ma in particolar modo del clima. Se si vuole veramente porre la questione evitiamo di fare manifestazioni come queste che sono assolutamente da condannare".

Un flash mob si è svolto anche davanti al Tribunale di Bologna, dove una trentina di attivisti ha disseminato oggetti ricoperti di fango per richiamare gli effetti del cambiamento climatico, in concomitanza con l'udienza del processo ai tre attivisti - Ettore, Mida e Silvia - arrestati il 2 novembre per aver bloccato per circa un'ora la tangenziale. Intanto a Civitavecchia si svolgeva l'udienza per i dodici attivisti romani. A loro carico, ha reso noto Ultima Generazione, "è caduta l'imputazione per attentato alla sicurezza dei trasporti, però rimane l'accusa di violenza privata".
Intanto i protagonisti del blitz di Venezia fermati dalla Digos, sono tutti italiani tra i 20 e i 34 anni, saranno denunciati per danneggiamento a meno che non emerga un'altra accusa nell'indagine coordinata dal pm lagunare Roberto Terzo.

Dentro gli uffici della Questura, i sei sono rimasti tranquilli e avrebbero detto ai poliziotti "noi siamo i soli fortunati a vedere ancora la Basilica di San Marco" e hanno definito la loro azione come "l'ultimo campanello d'allarme". Sono stati sequestrati due estintori, modificati preventivamente proprio per spruzzare i liquidi contro la Basilica. "Un gesto gravissimo e vergognoso che condanniamo fermamente. Ora basta, è legittimo esprimere il proprio dissenso, ma sempre rispettando la legge e il nostro patrimonio culturale e religioso. Sulla difesa dell'ambiente la nostra città opera con azioni concrete. Non è certo il vandalismo il metodo corretto per trovare soluzioni", ha detto il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Immediate le operazioni di pulizia della facciata della Basilica, gran parte del liquido 'sparato' è stato lavato via dagli addetti alla manutenzione della chiesa. "Ferma condanna" dal presidente del Senato Ignazio La Russa, e dal Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. "Manifestare le proprie opinioni è legittimo - ha detto Fontana - infangare un patrimonio mondiale della cultura, come la Basilica di San Marco, è ingiustificabile". 

 

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