(ANSA) - ROMA, 01 MAR - Nessuna "polemica sterile", ma la
richiesta di ospitare gli artisti iraniani che si oppongono al
regime, dando loro spazio negli eventi della Biennale, così come
concesso agli artisti palestinesi. E come ha fatto negli anni,
dando spazio ad artisti dissidenti come Ai Weiwei o Tania
Bruguera.
Le due organizzazioni, peraltro, fanno presente che, a
proposito della Russia, se è vero che il ritiro dalla
partecipazione venne deciso dagli stessi artisti e curatori
russi, risulta anche che la Biennale con una nota del 2 marzo
2022 rifiutò ufficialmente "ogni forma di collaborazione con chi
ha […] attuato o sostiene un atto di aggressione di inaudita
gravità, e non accetterà pertanto la presenza alle proprie
manifestazioni di delegazioni ufficiali, istituzioni e
personalità a qualunque titolo legate al governo russo".
Inoltre, scrivono le due diverse emanazioni di Woman Life
Freedom, per quasi trent'anni, dal 1968 al 1993, il Sudafrica
venne escluso dalla mostra per motivi umanitari (apartheid).
Mentre non è nuova anche la scelta da parte della Biennale di
prendere una posizione ed ospitare artisti dissidenti negli
eventi collaterali, come già accaduto con il cinese Ai Weiwei
durante l'edizione 55 o con la cubana Tania Bruguera nel 2009,
entrambi artisti dissidenti e attivisti.
Per questo "invitare ed ospitare artisti iraniani dissidenti
sarebbe una risposta coerente con la storia della Biennale di
Venezia e con le condanne dell'Unione Europea nei confronti di
un Paese che viola giornalmente i diritti di tutti". I
precedenti appelli sono stati firmati, tra gli altri,
dall'artista iraniana Shirin Neshat, dalla regista Marjane
Satrapi, dall'avvocata Shirin Ebadi - Nobel per la Pace 2003 -
e, tra tanti altri, dai registi Marco Bellocchio e Nanni
Moretti. (ANSA).
Woman Life, Biennale ospiti iraniani dissidenti, come con Weiwei
Accoglie palestinesi e per anni ha rifiutato il Sud Africa