Veneto

Monaldi, Dante inclusivo, un autogol preferirgli Boccaccio

Gli scrittori: "L'Alighieri lascia le porte aperte ai pagani"

Redazione Ansa

(di Mauretta Capuano) (ANSA) - ROMA, 24 MAG - "Rifiutare la Divina Commedia di Dante sulla base di un pregiudizio religioso è un controsenso perché l'Alighieri faceva il contrario. Dante era inclusivo". Lo dicono all'ANSA gli scrittori Rita Monaldi e Francesco Sorti, autori della trilogia Dante di Shakespeare, commentando il caso dei due studenti di religione musulmana di una scuola media di Treviso che sono stati esentati dal seguire le lezioni sulla Divina Commedia di Dante. Al posto dell'opera dantesca a sfondo religioso, in contrasto con la fede dei due ragazzi, seguiranno un programma alternativo dedicato a Boccaccio.
    "Sostituirlo con Il Decamerone di Boccaccio è ridicolo, è un autogol assoluto. Lo stesso Boccaccio in fin di vita si è pentito del Decameron e lo ha disconosciuto, ha avuto una forte crisi di coscienza e questo dovrebbe suggerire qualcosa. È molto più difficile da digerire, immorale anche dal punto di vista islamico. Dante lascia invece a porta aperta ai pagani. È del tutto insensato rifiutarlo e ignorare questa sua grande apertura" spiegano.
    "Nel canto XX del Paradiso Dante si stupisce della salvezza dei non cristiani Traiano e Rifeo (Traiano in vita aveva addirittura perseguitato i cristiani). Già nel canto precedente, il XIX, aveva posto la questione della salvezza degli appartenenti a un'altra religione" ricorda Rita Monaldi. "Se il problema è Maometto all'Inferno, Dante pone all'Inferno (tra gli ignavi) anche Papa Celestino V, che è stato canonizzato, la sua festa nel calendario è stata pochi giorni fa, il 19 maggio.
    Allora i cattolici dovrebbero rifiutare di studiare la Divina Commedia?" sottolineano Monaldi&Sorti che in alcune scene del secondo volume della loro trilogia mostrano Dante discutere animatamente di questa questione.
    La coppia, che da 25 anni vive in Austria, è convinta che ci siano molti spunti in Dante per approfondire il suo pensiero in modo formativo anche per i ragazzi e le ragazze di altre religioni. "Come italiani che vivono in Austria non ci siamo mai sognati di chiedere forme di sostituzione di insegnamento ai nostri figli nel caso per esempio degli gli eroi nazionali. Qui Garibaldi e Mazzini vengono considerati nazionalisti reazionari, populisti. Il Risorgimento che per noi è stata una vittoria, per loro invece è una sconfitta, un atto di ingratitudine perché l'Austria con l'Italia è stata una madre severa ma giusta. Certo è fondamentale operare valutazioni critiche. Va chiesto agli insegnanti di fare della varietà etica e religiosa una cosa da approfondire. Noi stessi abbiamo fatto qualche incontro nei licei con scolaresche miste e variegate, ma molto sensibili ai temi di Dante se lo spieghi in modo stimolante" raccontano.
    (ANSA).
   

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