Veneto

Manca oltre 1 miliardo a Comuni per sanzioni e tributi non pagati

Analisi della Spi Cgil Veneto su dati Mef

Redazione Ansa

(ANSA) - VENEZIA, 07 AGO - Oltre 1 miliardo e 370 milioni di euro. E' questa la cifra che nel 2023 i Comuni veneti sono stati costretti ad accantonare in un apposito fondo a causa di crediti che difficilmente verranno onorati da cittadini e imprese per multe stradali, oneri di urbanizzazione, proventi derivanti dal recupero dell'evasione, imu mai pagati. Lo rileva Spi Cgil regionale analizzando i bilanci dei Comuni pubblicati da Mef.
    Di fatto, la somma accantonata segnala alti livelli di evasione e di elusione, favoriti anche dalle politiche di condoni e rottamazioni che avvantaggiano i "furbetti". La situazione appare nel 2023 ancora peggiore dell'anno precedente, quando i crediti di dubbia esigibilità si erano fermati a quota 850 milioni e 280 mila, il 36% in meno. "I soldi sottratti ai Comuni - osserva Nicoletta Biancardi, di Spi Cgil del Veneto - sarebbero fondamentali per il welfare, per il sociale, per l'assistenza alle persone fragili come gli anziani".
    Dall'analisi emerge che, a fine 2023, il 42,7% dei crediti attivi - che sono in totale circa 3 miliardi e 188 mila euro - non entrerà (o entrerà solo in minima parte) nelle casse dei Comuni veneti. Circa 37 milioni euro riguardano la provincia di Belluno (il 18,8% dei crediti in essere, in media 187 euro procapite ), poco meno di 369 milioni di euro quella di Padova (il 56%, 395 euro a residente), circa 116 milioni sono relativi alle amministrazioni del Rodigino (65,3%, mediamente 509 euro per ogni abitante), 140 milioni e 600 mila euro a quelle della marca trevigiana (40,4%, 160 euro procapite). E, ancora, nel Veneziano, che detiene anche il record di crediti attivi, quelli difficilmente recuperabili ammontano a 360 milioni (38,9% dei crediti totali, in media 430 euro per ogni residente), nel Veronese si supera quota 210 milioni di euro (44,6%, 226 euro a cittadino), mentre il Vicentino registra un importo di 140 milioni (32%, in media circa 163 euro ad abitante)). A livello di capoluoghi, Padova ha il "fondo crediti di dubbia esigibilità" più ricco, con circa 226 milioni e 500 mila euro accantonati a fronte di entrate per nulla certe. Al secondo posto piazza Venezia con più di 167 milioni e 500 mila euro che però ammontano a "solo" il 29,9% dei crediti attivi (560 milioni di euro). Guardando invece alla media procapite, Rovigo è prima: per recuperare gli importi di dubbia esigibilità ogni singolo abitante, in media, dovrebbe sborsare 1.092,76 euro. (ANSA).
   

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